La tigre vittima di bracconaggio per le sue parti
Secondo uno studio TRAFFIC e WWF due tigri a settimana vengono uccise a causa del bracconaggio legato al commercio illegale.
In tutta l’Asia, negli scorsi 13 anni, sono stati sequestrate parti (pelli, ossa, crani ecc.) di oltre 1400 tigri in 12 paesi chiave per la tigre. Durante i lavori della convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione di flora e fauna selvatiche (CITIES), il WWF e TRAFFIC, il network che monitora il commercio di natura selvatica, hanno discusso le misure per proteggere le tigri e gli altri grandi felini asiatici.
L’analisi “Reduced to Skin and Bones Revisited” dimostra che il commercio illegale delle tigri, delle loro parti e dei prodotti derivati è il problema cruciale da contrastare per la conservazione di questo animale.
Almeno 110 tigri ogni anno vengono uccise solo per il commercio illegale, ovvero poco più di due esemplari di tigre ogni settimana. L’89% dei sequesti è stato fatto al di fuori delle aree protette, questo dimostra quanto siano importanti le azioni utili a contrastare le incursioni di bracconieri negli habitat della tigre.
“Serve un lavoro coordinato, una attività investigativa che vada al di sopra dei confini territoriali per fermare questi traffici illegali i cui profitti fanno gola a tanti. […] solo allora saranno possibili quegli interventi incisivi necessari per contrastare il contrabbando delle tigri”, ha detto Massimiliano Rocco Responsabile Specie, TRAFFIC e Foreste del WWF Italia.
Un dato significativo è l’aumento dei sequestri di esemplari di tigre vivi: dal 2000 sono state sequestrate 123 tigri , anche se il 50% del totale dei sequestri è stato fatto dal 2010. “Si tratta molto probabilmente di animali allevati in cattività o provenienti da zoo senza scrupoli. Il fenomeno dell’allevamento delle tigri in cattività è un problema anche in paesi come l’Italia” sottolinea Rocco.
Dei 13 paesi chiave per la tigre (Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia, Vietnam), solo l’india tiene un registro dei sequestri sufficientemente dettagliato da permettere un un’analisi significativa per identificare i “punti caldi” in cui è in corso il commercio di tigri.
Per una efficace tutela della tigre è necessario che queste analisi vengano estese a tutti i paesi coinvolti nella caccia alle tigri; ed è essenziale che questi rispettino gli impegni assunti nell’ambito della CITIES per la protezione delle tigri selvatiche, fornendo i monitoraggi sulla situazione attuale.
WWF e TRAFFIC si stanno impegnando ad esortare i paesi impegnati nel programma a favore della tigre a sviluppare un processo condiviso per salvare il grande felino asiatico.