Pubblichiamo l’intervista dello scorso settembre al padre fondatore del WWF per i suoi 90 anni
Quando abbiamo detto a Fulco che volevamo dedicargli un’intervista sul numero di Panda di settembre 2024, in occasione de i suoi primi 90 anni, lui ci ha risposto che era una buona idea: «Poi potrete usarla come necrologio!». Ancora una volta il suo atteggiamento sereno e distaccato verso la vita ci ha stupiti. Ancora una volta ci ha ricordato la fortuna che abbiamo a poter collaborare con lui, confrontarci, ascoltarlo, leggere i suoi racconti, pubblicare i suoi acquerelli.
Il 6 settembre 2024 Fulco Pratesi, Presidente Onorario del WWF Italia e già suo fondatore, raggiunge il traguardo dei 90 anni. La storia del Panda in Italia è la sua. Non ha paura della vecchiaia e ci regala tre consigli da tenere ben stretti
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Chiunque conosca Fulco o abbia avuto modo di incontrarlo anche solo una volta deve aver provato la stessa sensazione, sentito e adorato la sua incontenibile energia. Ne siamo sicuri. Lo dice senza giri di parole e gli occhi carichi di emozione: «La natura è tutto. È ciò che ci salva dalla specie più dannosa al mondo: l’uomo».
Secondo di sette fratelli, Fulco Pratesi si accorge della sua vocazione naturalistica già da bambino, quando insieme alla famiglia lascia una Roma bombardata dalla guerra per trasferirsi nella campagna di Gallese, nel viterbese, dove ha vissuto a contatto con la natura. «Molte volte disturbavamo le lucertole con le fionda, poi allevavo topi bianchi e diversi tipi di piante. Fu per me una sorta di iniziazione a conoscere la meraviglia della biodiversità».
All’età di 16 anni tutti intorno a lui erano cacciatori: «Non c’era molto altro da fare, quindi presi la licenza di caccia. Questo mi ha permesso di entrare a contatto con la natura molto più di quanto potessi immaginare. Alla fine del liceo volevo iscrivermi a scienze naturali ma mio padre, che era costruttore, disse che sarebbe stata una scelta inutile e mi consigliò Architettura». Poi l’inizio della sua seconda vita, quando era a caccia di orsi in Anatolia: «Davanti a me mamma orsa insieme ai suoi tre piccoli apparve come una visione, mi passò davanti, senza guardarmi. Mi sentii come San Paolo sulla via di Damasco e capii che dovevo cambiare vita».
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Non più fucili ma foto e disegni
I fucili allora hanno lasciato posto a binocoli, macchine fotografiche e pennelli con cui ritrarre gli animali e la natura che aveva deciso di proteggere. «Alla Laguna di Orbetello, con un amico, trovammo un nido di cavaliere d’Italia che da 100 anni non nidificava più nel nostro Paese. Volevamo creare un’area protetta ed è allora che scrissi al WWF, associazione nata in Svizzera nel ’61 per la conservazione della natura e degli animali, che aveva scelto come specie simbolo il panda. Mi risposero dicendo che avevano molte altre cose a cui pensare perché erano appena nati, ma mi proposero di creare una sezione italiana, dicendo che questa scelta doveva essere spinta solo dalla mia volontà».
“Partii dalle paludi, le aree più odiate”
Fulco riunì alcuni amici e insieme fondarono il WWF Italia, nel momento in cui stava per diventare padre per la quarta volta. La natura della penisola non se la passava bene: «Esistevano solo quattro Parchi Naturali, non c’era neppure un articolo di legge col quale poter istituire un’area protetta per gli uccelli, la caccia era aperta fino al 30 aprile. Si potevano uccidere, legalmente, lupi e gufi reali, aquile e lontre, fringuelli e pispole. Scelsi di fare qualcosa di concreto: prendere una riserva di caccia e salvarla. Partii dalle paludi, le aree più odiate».
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Fulco e il WWF non si sono più fermati
Da quel momento Fulco e il WWF non si sono più fermati. Ci fu l’operazione San Francesco per salvare il lupo e sensibilizzare le persone sull’importanza della specie per l’equilibrio degli ecosistemi, iniziò la battaglia per proteggere gli orsi marsicani in Abruzzo: «Pagavamo i danni provocati dagli orsi ad allevatori e agricoltori. Vidi gli orsi marsicani per la prima volta in compagnia del Principe Filippo di Edimburgo, allora presidente del WWF-UK poi del WWF Internazionale, che adorò questi straordinari animali». Poco dopo nacquero i Panda club: gruppi di bambini e bambine che venivano portati a conoscere e ammirare le bellezze della natura. Il WWF iniziò ad agire anche per la protezione del mare: «Ottenemmo risultati incredibili come il divieto di pesca con le bombole, la protezione degli uccelli marini e poi della cernia. Le persone iniziarono ad avvicinarsi al WWF e a donare terreni o vecchie riserve di caccia, che divennero aree protette come l’Oasi di Vanzago, che oggi ospita un importante centro di recupero di animali selvatici».
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Dopo il lupo e l’orso fu la volta del cervo sardo
Il WWF, su spinta di Fulco, riuscì a salvare il cervo sardo, iniziarono le battaglie contro il nucleare, la deforestazione e la caccia. «Organizzavamo delle serenate per spaventare gli animali nelle zone in cui erano prede dei cacciatori, per farli scappare». Poi ci furono il referendum che non raggiunse nemmeno il quorum e le durissime battaglie per creare aree protette:
«Ricevevo minacce e molte offese. Le persone non accettavano che potessero essere messi dei vincoli alle loro attività». Dopo un’esperienza in Parlamento, con i Verdi (ma la politica non lo entusiasmava), Fulco riprese a viaggiare per il mondo con sua moglie Fabrizia «colonna della mia attività rivoluzionaria grande amore fin dal primo momento in cui la vidi» nei luoghi più pericolosi per la natura e gli animali.
«Ci accorgemmo che c’era tantissimo da fare e cercammo di farlo, soprattutto per contrastare il traffico di animali selvatici e delle loro parti,
come le zanne di elefante». Dal Madagascar alle Svalbard, dal Nepal all’Unione sovietica. Uno a fianco all’altra. Fabrizia fotografava mentre Fulco disegnava sul suo inseparabile taccuino: «Dovunque andassi lo portavo con me, si impara molto disegnando e ora sfogliarlo mi commuove. Come sapere che dopo tanto lavoro, ora nell’articolo 9 della Costituzione
italiana è stata inserita la tutela della natura. Assistere a questo risultato storico è stato per me un altro traguardo meraviglioso».
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“Quando arriverà il mio momento il Padre eterno dirà: “Questo è stato bravo”
Fulco, che a 90 anni in ogni filo d’erba vede un piccolo miracolo e nelle nuvole la bellezza di un dipinto del Tintoretto, non teme la vecchiaia: «So
che nell’altro mondo c’è qualcuno che mi sta aspettando, so che quando sarà il mio momento il Padre eterno dirà “questo è stato bravo, teniamolo
da conto” perché ha apprezzato la bellezza di quando ci è stato donato». E quando gli chiediamo cosa può fare ognuno di noi per godere di questa bellezza, Fulco risponde: «Per prima cosa conoscere la natura, osservarla; poi amarla per capire le sue esigenze e per ultima: difenderla. La vita è questo, null’altro».
La redazione di Panda