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TAV accordo fuori dalla realta

Una cifra in netto contrasto con la stima di 26,1 miliardi di euro della Corte dei Conti francese. E’ invece un dato oggettivo il calo da 10 a 3,9 milioni di tonnellate l’anno di merci “E’ fuori dalla…

Una cifra in netto contrasto con la stima di 26,1 miliardi di euro della Corte dei Conti francese. E’ invece un dato oggettivo il calo da 10 a 3,9 milioni di tonnellate l’anno di merci “E’ fuori dalla realtà l’accordo di oggi tra il Governo italiano e quello francese sulla linea ad Alta Velocità Torino-Lione”, commenta Stefano Lenzi, responsabile Ufficio relazioni istituzionali WWF Italia, che spiega le motivazioni punto per punto: “1. sia perché non esiste alcuno studio economico-finanziario che confermi l’ipotesi low cost da 8,2 miliardi di euro (anzi il costo stimato ad agosto scorso dalla Corte dei Conti francese è di 26,1 miliardi di euro!), 2. sia perché il traffico tra Italia e Francia sulla direttrice Torino-Lione, dal 2000 al 2010, è calato dai 10 ai
3,9 milioni di tonnellate l’anno di merci, a fronte dei 32,1 milioni di tonnellate l’anno di merci (capacità massima teorica secondo le Ferrovie dello Stato) che possono transitare sulla linea di valico esistente a doppio binario”.

“Si tratta di una vera e propria commedia degli equivoci, visto che: a) all’art. 18 dell’Accordo tra Italia e Francia del 30 gennaio 2012 si diceva chiaramente che per avere una valutazione del costo della tratta internazionale si deve attendere un costo stimato da un terzo esterno al momento della presentazione del progetto definitivo, ancora inesistente; b) la relazione inviata dalla Corte dei Conti francese al primo ministro Jean-Marc Airault dell’1 agosto 2012, attesta che dai 12 miliardi di euro del 2002 si è passati ai 26,1 miliardi di euro di oggi e che negli studi economici redatti nel febbraio 2011 per la società LTF sul progetto preliminare si attesta che il valore attualizzato netto economico è negativo per tutti gli scenari esaminati. Quello di oggi, nella sostanza, è il miglior modo per produrre nuovo indebitamento pubblico per finanziare un’opera inutile”, conclude il WWF Italia.

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