L’ABC DELLA SPECIE
Il rinoceronte bianco del Sud è il più grande, ha la testa allungata e un labbro superiore squadrato adatto a pascolare l’erba. È la specie meno minacciata con circa 16.000 esemplari allo stato selvatico, di cui il 93% in Sud Africa. Il rinoceronte bianco del Nord è purtroppo estinto in natura dal 2018.
Il rinoceronte nero è provvisto di un labbro superiore appuntito e prensile per afferrare i rami e le foglie: è infatti considerato un brucatore. Ha un’indole più aggressiva rispetto al rinoceronte bianco. Oggi si stimano all’incirca 6.000 esemplari in natura.
Il rinoceronte di Sumatra è il più piccolo nonché l’unico rinoceronte asiatico con due corni. Si nutre prevalentemente di foglie sui rami di arbusti o piccoli alberi. Ne rimangono a mala pena 80 esemplari in natura.
Il rinoceronte di Giava ha un solo corno e le caratteristiche pieghe sulla pelle. È una specie estremamente minacciata e ad oggi ne sopravvivono solo 75 in natura.
Il rinoceronte indiano si ciba prevalentemente di erbe ad un’altezza medio – alta, arbusti e piante acquatiche. Vive nelle zone del Nepal e dell’India settentrionale, dove ne sopravvivono circa 4.000 esemplari.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
I rinoceronti trascorrono la maggior parte del tempo mangiando: pascolando o brucando le foglie di alberi e arbusti. Possono restare immersi nel fango fino a 9 ore al giorno, il fango essiccato ha infatti la funzione di raffreddare la temperatura corporea e al tempo stesso di proteggere la superficie della pelle dai parassiti. Presente in entrambi i sessi, il corno del rinoceronte, più grande nelle specie africane, viene utilizzato durante i combattimenti con i conspecifici o come mezzo di difesa da possibili predatori. Il corno non è un vero osso ma è costituito da cheratina, la stessa sostanza che compone le nostre unghie e i nostri capelli. La crescita del corno è continua, per cui negli esemplari più anziani può raggiungere dimensioni considerevoli. La pelle dei rinoceronti ha uno spessore di circa 2-4 cm; nelle specie asiatiche, per la caratteristica presenza delle pieghe cutanee, la superficie corporea sembra ricoperta dalle placche di un’armatura.
LE MINACCE
Sebbene tutte le specie di rinoceronte siano in pericolo di estinzione, il rinoceronte di Giava e il rinoceronte di Sumatra, con meno di un centinaio di esemplari ciascuna, sono le due specie maggiormente a rischio; tra le due specie africane, dopo la scomparsa del rinoceronte bianco del Nord, quello nero, con circa 6.000 individui rimasti in natura, si trova in una situazione più critica. Le principali minacce sono rappresentate tanto dal bracconaggio per il commercio illegale del corno quanto dalla perdita e dalla frammentazione dell’habitat. Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha avuto delle ripercussioni significative in molti stati africani: la forzata riduzione della sorveglianza e il crollo del turismo hanno portato a un importante aumento dei casi di bracconaggio anche all’interno dei parchi nazionali più famosi. Il corno di rinoceronte viene da sempre utilizzato per la produzione di souvenir e oggetti ornamentali, come ad esempio il manico intagliato del djambiyya, il tradizionale pugnale yemenita; il corno viene inoltre ridotto in polvere e usato nella medicina tradizionale orientale come afrodisiaco.
COSA FA IL WWF
Grazie ai progetti del WWF, alle misure di conservazione adottate nelle aree protette e alla lotta al bracconaggio, la popolazione di rinoceronti africani è aumentata negli ultimi anni con un tasso di crescita del 7% per il rinoceronte bianco e del 5% per il rinoceronte nero. Purtroppo, la situazione resta critica e soggetta a rapidi cambiamenti in base alle vicende economiche e sociali nazionali e internazionali. Collaboriamo da molti anni con TRAFFIC (Trade Records Analysis of Flora and Fauna in Commerce) per far fronte al commercio illegale di specie selvatiche e prodotti derivati, come appunto il corno di rinoceronte. In Africa, per mantenere stabile il tasso di riproduzione delle popolazioni, si realizzano traslocazioni in diverse zone di esemplari di rinoceronte nero e bianco. Un altro importante partner nelle nostre attività di conservazione è l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura): insieme forniamo assistenza ai governi per proteggere queste specie dai bracconieri, per preservare il loro habitat e per attuare efficaci programmi di riproduzione in cattività.