Pandanews

Conservare i leoni significa proteggere molto di piu

FINO AL 23 MAGGIO DONA AL 45585 CON SMS O CHIAMATA DA RETE FISSA PER SALVARE UNA SPECIE CHE INCARNA IL CUORE DELLA CULTURA AFRICANA  Conservare i leoni significa in realtà proteggere qualcosa di molto più grande. Gli…

FINO AL 23 MAGGIO DONA AL 45585 CON SMS O CHIAMATA DA RETE FISSA PER SALVARE UNA SPECIE CHE INCARNA IL CUORE DELLA CULTURA AFRICANA 

Conservare i leoni significa in realtà proteggere qualcosa di molto più grande. Gli ecosistemi africani generano beni e servizi che garantiscono il benessere del 62% della popolazione rurale, ovvero più di 300 milioni di persone che vivono nell’Africa sub-sahariana. Le aree che ospitano i leoni hanno una maggiore capacità di erogare importanti servizi cosiddetti “ecosistemici”, come la presenza di sorgenti vitali per la fornitura di acqua potabile alle comunità locali, lo stoccaggio del carbonio – cruciale per gli equilibri climatici – il mantenimento di un suolo fertile e la mitigazione dei pesanti effetti dei cambiamenti climatici, fra cui l’avanzare della desertificazione e l’incremento della siccità.

Ma i leoni hanno anche un cruciale ruolo economico in quanto, in qualità di animali carismatici e iconici, attraggono ogni anno milioni di turisti generando importanti introiti economici per le comunità locali. Come predatore all’apice della catena alimentare – l’habitat ideale del “Re della foresta” è in realtà costituito dalle aree in cui gli alberi si alternano a fitti cespugli, macchie e savane – il leone regola le popolazioni dei grandi erbivori all’interno di un ecosistema terrestre. Alcuni studi recenti hanno approfondito il legame ecologico tra i predatori e specie preda quali bufalo, zebra e gnu. La drastica diminuzione delle popolazioni di leone porta ad un aumento incontrollato delle mandrie di erbivori che metterebbe a dura prova la capacità portante dell’ecosistema, andando a ridurre la disponibilità di risorse trofiche per altre specie. Studi effettuati all’interno del cratere di Ngorongoro hanno mostrato incrementi nella popolazione residente di bufalo pari al 200%, avvenuti in seguito alla rarefazione dei leoni. I leoni incarnano anche importanti valori legati al sostentamento, la cultura e la politica: sono il cuore della cultura africana. Non a caso nelle antiche carte geografiche appariva, nei territori abitati da questo grande felino, la locuzione latina “Hic sunt leones” (Qui ci sono i leoni). Riconoscere e gestire l’ampia gamma di valori legati alla conservazione dei leoni aiuta a costruire comunità resilienti e a predisporre le basi per la giusta coesistenza. 

“Se l’Africa perde i suoi leoni perderà uno dei principali “vantaggi competitivi” che ha rispetto ad altre regioni del mondo. La gente è disposta a viaggiare e portare in Africa risorse economiche per vedere e ammirare i leoni – dice Isabella Pratesi direttrice conservazione del WWF Italia – Secondo uno studio del Parco Nazionale del Kruger i territori dedicati alla conservazione della fauna selvatica hanno un rendimento economico che è 18 volte quello dei territori dedicati all’allevamento o all’agricoltura. È questo un altro ottimo motivo per conservare i leoni ed aiutare lo sviluppo sostenibile in quei paesi africani in cui sono ancora presenti”. 
 
Curiosità 1: Il ruggito

Il ruggito del leone può essere udito fino a 5 km di distanza. Ha la funzione di marcare il territorio e può essere distintivo a livello di individuo. I componenti del branco possono ruggire assieme. I leoni marcano il territorio anche tramite: escrementi, spruzzi di urina e graffi sul terreno. 

Curiosità 2: la criniera
La criniera è senza dubbio l’elemento distintivo di questa specie: questo ornamento portato con orgoglio dai maschi, è costituito da peli lunghi fino a 16 cm che, dai lati del volto, si estendono verso la sommità della testa, il collo e parte della colonna vertebrale. Il colore, inizialmente giallognolo, vira verso il nero col trascorrere degli anni. Raramente si possono osservare maschi senza criniera, ma questa condizione è più frequente nella regione di Tsavo, in Tanzania. La criniera permette di scorgere i maschi da notevole distanza ed è anche un indicatore di buona salute dell’individuo che la ostenta. 

La natura chiama. E a volte scrive anche. Iscriviti alla newsletter WWF

Utilizziamo cookie tecnici, indispensabili per permettere la corretta navigazione e fruizione del sito nonché, previo consenso dell’utente, cookie analitici e di profilazione propri e di terze parti, che sono finalizzati a mostrare messaggi pubblicitari collegati alle preferenze degli utenti, a partire dalle loro abitudini di navigazione e dal loro profilo. È possibile configurare o rifiutare i cookie facendo clic su “Configurazione dei cookie”. Inoltre, gli utenti possono accettare tutti i cookie premendo il pulsante “Accetta tutti i cookie”. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la nostra cookies policy.