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Il 26 maggio è la Giornata mondiale della lontra

Nonostante la lontra stia oggi un po’ meglio, sono ancora tante le minacce per la sopravvivenza di questo mustelide di cui il 26 maggio si celebra la Giornata mondiale. Investimenti stradali, inquinamento e degrado degli habitat fluviali e delle aree…

Nonostante la lontra stia oggi un po’ meglio, sono ancora tante le minacce per la sopravvivenza di questo mustelide di cui il 26 maggio si celebra la Giornata mondiale. Investimenti stradali, inquinamento e degrado degli habitat fluviali e delle aree umide, cementificazione degli argini fluviali minacciano ancora oggi la lontra in molti Paesi, compresa l’Italia. A livello globale (13 le specie esistenti al mondo), la lontra è inclusa nella categoria “Quasi Minacciata” (Near Threatened) delle Liste Rosse della IUCN perché, sebbene abbia subito un drastico declino in tempi storici, sta ora lentamente recuperando in molti Paesi europei.
Italia. Fino agli inizi del XX secolo la lontra (Lutra lutra)  era diffusa sull’intera penisola. In seguito l’area di distribuzione si è drammaticamente contratta, raggiungendo un minimo negli anni ’70-’80. Nel 1984-1985 il WWF ha promosso il primo censimento su scala nazionale. È probabile che una delle cause principali del declino sia stata l’uso di alcuni composti utilizzati come pesticidi, in particolare i policlorobifenili (PCB), poi messi al bando. L’utilizzo dei veleni in agricoltura, la frammentazione e il degrado degli habitat fluviali e gli investimenti stradali hanno dunque avuto un ruolo cruciale anche nel crollo delle popolazioni italiane.
La lontra risultava assente dalle regioni settentrionali e da alcune regioni del centro Italia. I nuclei più consistenti erano localizzati in Campania, Basilicata, Toscana e alto-Lazio. Dagli anni 2.000 si è notata un’inversione di tendenza, soprattutto in alcuni bacini fluviali del meridione, dove sembra che la lontra si stia espandendo, seppur lentamente. Oggi la lontra è presente in Italia con una piccola popolazione che conta circa 700 individui, e che sebbene in lenta ripresa, è considerata “minacciata” (Endangered) dalle Liste Rosse nazionali.
I nuclei più consistenti sono presenti tra Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Molise e Abruzzo. La specie è inoltre sporadicamente segnalata anche sulle Alpi, con alcuni individui arrivati nel nostro Paese dall’Austria e dalla Slovenia.
Nel 2018 la specie è stata rilevata anche nell’area del Gargano, in Puglia, dove era assente da circa 40 anni. Del 2019 invece la notizia della presenza di una popolazione di lontra a monte della diga di Barrea (AQ), lungo il fiume Sangro nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. 

La tutela della lontra in Italia
Il WWF per primo lanciò l’allarme sulla situazione della lontra in Italia e, nel 1982, proprio su spinta dell’Associazione, nacque il Gruppo Lontra Italia, formato da naturalisti ed esperti a livello nazionale.
Il team, dopo un monitoraggio regione per regione, confermò il dato negativo, sommando ad un centinaio gli esemplari ancora presenti in Italia e concentrati nel solo Centro-Meridione.
Proprio da quel censimento derivarono una serie di iniziative del WWF che portarono a risultati concreti di tutela, già avviati con la creazione dell’Oasi WWF di Persano, in Campania (fiume Sele)  e continuate con l’acquisizione in gestione di altre Oasi che ospitavano, e ancora ospitano, la lontra: oltre Persano e alle Grotte del Bussento, quindi, si sono aggiunte il Lago di San Giuliano vicino Matera (non più gestita dal WWF) e il Bosco Pantano di Policoro, sempre in Basilicata, il lago di Conza, ancora in Campania, le Cascate del Verde in Abruzzo. Anche la realizzazione di un Centro Lontra a Penne, in Abruzzo, è servita a raccontare, a far conoscere, a promuovere programmi di conservazione sulla specie..

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