Clima ed energia verde rigenerativa
Un manifesto in 8 argomenti generali e 50 punti per fare del Piano Integrato Energia Clima (PNIEC) un vero trampolino di lancio della transizione energetica in Italia: lo ha messo a punto il WWF che ritiene che la prima bozza, trasmessa a luglio dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) alla Commissione europea, rischi di portare l’Italia in direzione opposta. Oltretutto, ulteriori ritardi nella transizione rischierebbero di mettere seriamente a rischio non solo il contributo italiano alla lotta alla crisi climatica, ma la stessa economia e il futuro industriale del Paese.
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Il manifesto del WWF per il PNIEC
8 argomenti generali e 50 punti per fare del Piano Integrato Energia Clima un vero trampolino di lancio della transizione energetica in Italia
Per il WWF, temporeggiare non è più possibile, occorre al più presto una strategia chiara, che fissi obiettivi ambiziosi per rinnovabili, efficienza energetica, accumuli ed elettrificazione e spieghi come raggiungerli, affrontando i più importanti ostacoli, spesso di carattere burocratico, che si frappongono alla piena e tempestiva realizzazione della neutralità climatica. Nel contempo va fissato un serio percorso di uscita da tutti i combustibili fossili, il carbone (il phase out è già fissato entro il 2025), il gas e il petrolio. Allo stesso modo, vanno seriamente affrontati i possibili impatti sociali della transizione, puntando innanzitutto sul rilancio della formazione professionale e la creazione di nuove professionalità nelle aree che saranno maggiormente interessate dalla riconversione industriale, oltre che sugli ammortizzatori sociali.
La proposta di aggiornamento del PNIEC presentata dal MASE, invece, sceglie obiettivi non in linea con la transizione e delinea politiche e misure confuse, che spesso si limitano a riepilogare l’inefficiente stato dell’arte, senza dare ai settori green la spinta di cui avrebbero davvero bisogno. Questi elementi destano ancora più preoccupazione se si considera che nella proposta di aggiornamento non solo manca un chiaro programma di phase-out da tutti i combustibili fossili, ma si prevede un vero e proprio rilancio del gas naturale, combustibile fossile dall’altissimo impatto climalterante, con l’illusione di far diventare l’Italia un hub del gas. Allo stesso modo, preziose risorse vengono sprecate per rincorrere un’altra illusione, il rilancio del nucleare, e per sostenere la cattura e lo stoccaggio del carbonio, una tecnologia che da oltre vent’anni è ancora sperimentale, inefficiente ed enormemente costosa.
La possibilità di cambiare il PNIEC è prevista dall’iter europeo che assegna anche molta importanza al processo partecipativo. La bozza di revisione del PNIEC, in aggiornamento per l’aumento dei target di riduzione delle emissioni, portati a meno 55% al 2030, è ora oggetto di analisi da parte della Commissione europea, poi tornerà al Governo italiano e dovrà essere definitivamente approvato a giugno 2024. C’è ancora tempo per intervenire e riscrivere un PNIEC, questa volta davvero per la transizione.
L’impegno del WWF va in questa direzione. Il Manifesto lanciato dal WWF presenta 50 richieste per riscrivere il PNIEC guardando al futuro dell’Italia, dell’Europa e delle nuove generazioni. Le 50 richieste del WWF si strutturano attorno ad 8 macro temi di fondamentale importanza: la partecipazione e il dialogo multilivello, gli obiettivi di riduzione delle emissioni, la reale programmazione dell’uscita da tutti i combustibili fossili (carbone, gas e petrolio); il rilancio delle rinnovabili, coadiuvate da reti elettriche e accumuli; illusioni di CCS e nucleare e i limiti dell’idrogeno; l’integrazione nel mercato dei contratti a lungo termine (PPA) e la remunerazione della capacità (capacity market) solo per le rinnovabili; la garanzia di politiche atte ad assicurare una transizione equa.
Il Manifesto è accompagnato da un Report che entra nei dettagli e fornisce puntuali spiegazioni, supportate da dati scientifici, per ciascuna richiesta del Manifesto.
Per il WWF, un cambio di passo è ancora possibile, ma occorre il pieno impegno delle istituzioni e di tutti gli attori sociali e la consapevolezza che, se si continua a procedere a rilento, sarà sempre più difficile contrastare la crisi climatica e cogliere tutte le opportunità della transizione e del nuovo modello energetico e di sviluppo sostenibile.