Increscioso episodio all’Alpe Devero
Matteo Rubino, autore del romanzo per ragazzi “Osso la Lupa” è stato minacciato lo scorso fine settimana da un gruppo di allevatori, che hanno fermato la presentazione del suo libro in Alpe Devero, Piemonte. Il WWF Italia, che patrocina l’opera proprio per il suo valore formativo e di ponte tra realtà in apparenza distanti, esprime la massima solidarietà nei confronti dello scrittore.
“Impedire la presentazione di un’opera letteraria, qualunque ne sia la motivazione, è una sconfitta sociale e triste ricordo di epoche buie, in particolare se con minacce e atteggiamenti violenti, anche solo verbalmente”, dichiara Marco Galaverni, direttore Programma e Oasi del WWF Italia. “In particolare in questo caso, in cui l’opera vuole favorire la conoscenza del ritorno del lupo in ambienti alpini dopo decenni di assenza, preparando la popolazione locale per favorire la coesistenza tra il predatore e le attività tradizionali, già messe a dura prova da un sistema di sussidi che favorisce grandi investimenti a scapito dei piccoli agricoltori”, prosegue Galaverni. “Atteggiamenti come quello dimostrato dal comitato ossolano è semplicemente inaccettabile ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà all’autore, che ha dedicato due anni di lavoro alla stesura del romanzo e ha scelto di devolvere tutti i proventi a progetti di coesistenza tra uomini e lupi. E non fa certo un buon servizio agli allevatori chi soffia sul fuoco della polemica, mettendoli in apparente contrapposizione anziché favorendo il dialogo”.
Il fatto è ancor più grave proprio se si considera che, a poche decine di chilometri di distanza, progetti come Pasturs, sulle Alpi Orobie Bergamasche, anch’esso sostenuto dal WWF, vedono spalla a spalla volontari e allevatori, per aiutarli nella vita d’alpeggio e in particolare nella gestione degli strumenti di prevenzione dei possibili danni da predatori. Danni che si possono contenere efficacemente solo con misure tecniche razionali, come l’uso di cani da guardiania ben addestrati e recinzioni elettrificate mobili, oltre alla presenza costante del pastore, come dimostrano le innumerevoli realtà in cui sono state messe in campo quasi azzerando i danni.
“Uomini e lupi sulle Alpi”, conclude Galaverni, “sono parte dello stesso, fragile ecosistema che dobbiamo tutelare al meglio, tanto dai cambiamenti climatici quanto da un sistema di produzione alimentare che a livello globale è divenuto ormai insostenibile”.