Fino al 12 novembre la COP26 in Scozia
Limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi non è facile, ma necessario. Per farlo servono azioni senza precedenti da parte di tutti, insieme, ognuno per le proprie responsabilità. E servono ora. A Glasgow, in Scozia, è finalmente iniziata la tanto attesa COP26, la Conferenza delle Parti per il Clima che si chiuderà il 12 novembre, e mai come ora i riflettori sono puntati sulle scelte dei leader globali. Davanti a loro l’occasione per fermare la catastrofe climatica. Perdere questa occasione significherebbe perdere il futuro.
La crisi climatica davanti ai nostri occhi
Nel 2021 gli effetti del cambiamento climatico sono stati spaventosi, in tutto il mondo: inondazioni storiche in Cina, India, Europa e Filippine; ondate di calore da record in Medio Oriente e Canada e nel Mediterraneo, contribuendo a incendi senza precedenti in Nord America, Grecia e Turchia; carestia indotta dalla siccità in Madagascar.
L’appello dell’IPCC
In mezzo a tutta questa devastazione c’è però ancora speranza. Il rapporto dell’IPCC (il Panel dell’ONU sul cambiamento climatico), sottolinea che le nostre scelte fanno la differenza, e ogni frazione di grado e ogni anno conta.
Per questo, dopo i primi -anche se deboli- segnali arrivati lo scorso weekend dal Summit G20 a Roma, dove i leader delle maggiori economie mondiali (responsabili del 78% delle emissioni globali) hanno riaffermato e preso nuovi impegni per agire contro crisi climatica, ora dalla COP26 ci si aspetta un vero cambio di passo. I paesi che hanno firmato l’accordo di Parigi devono presentare le prossime azioni per rispettare i loro obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni.
Una transizione giusta
La Conferenza sul Clima di Glasgow deve tenere conto della scienza e degli impatti più recenti e attuare tagli rapidi, profondi ed equi a tutte le emissioni di gas serra in una transizione giusta che non lasci indietro nessuno. Tutto questo deve essere fatto proteggendo e ripristinando la natura e sostenendo le comunità e i paesi vulnerabili che sono meno in grado di affrontare la devastazione del cambiamento climatico.
Dobbiamo prepararci a un’incidenza maggiore di eventi estremi, più siccità e ondate di calore. Bisogna prevenire usando la grande arma che abbiamo e di cui si parlerà molto a Glasgow, cioè la natura, che è la nostra ancora di salvezza in particolare nell’adattamento ai cambiamenti climatici
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF Italia
Cosa sta accadendo a Glasgow
In questi primi giorni di COP26, oltre 100 Paesi si impegnano ad arrestare e invertire la perdita di foreste e il degrado del territorio entro il 2030 e contro le perdite di metano. Una nuova alleanza globale sull’energia si sta unendo nel tentativo di sbloccare 100 miliardi di dollari per migliorare l’accesso alle energie rinnovabili per 1 miliardo di persone in Africa, Asia e America Latina.
Il primo ministro del Vietnam Phạm Minh Chính ha annunciato che il paese raggiungerà le zero emissioni nette entro il 2050. Una nuova partnership globale che coinvolge oltre 80 nazioni, poi, mira a ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030 e mantenere l’impegno potrebbe ridurre il riscaldamento di almeno 0,2°C entro il 2050. Arriva un impegno anche dalla Scozia: un fondo di 1 milione di sterline per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare le perdite e i danni causati dalla crisi climatica, come incendi e inondazioni.
Le attese del WWF
Per la COP26 abbiamo identificato cinque priorità chiave da raggiungere nel 2021. Queste sono le “linee rosse di ambizione”, il minimo che ci aspettiamo dai nostri leader.
INIZIARE A DECARBONIZZARE ORA E VELOCEMENTE, NIENTE PIÙ SCUSE
AGIRE CON SOLUZIONI BASATE SULLA NATURA
AIUTARE LA NATURA E LE PERSONE AD ADATTARSI
FINANZIARE IL FUTURO
PIANIFICARE L’ATTUAZIONE NAZIONALE DEGLI OBIETTIVI