Ogni anno in Italia 25mila tartarughe marine vengono catturate da reti a strascico e l’80% delle Caretta caretta nel Mediterraneo ha ingerito plastica
Il WWF in difesa della specie grazie alla campagna #GenerAzioneMare
Nella giornata mondiale delle tartarughe marine pubblicato il report WWF “Italia, penisola delle tartarughe”
Giugno per il WWF vuol dire ritorno di GenerAzione Mare, la campagna che unisce cittadini, volontari, imprese, comuni, associazioni, aree protette e pescatori per un unico obiettivo: la tutela del capitale blu del Mediterraneo e delle specie che lo abitano. Fra le specie simbolo di GenerAzione Mare ci sono le tartarughe marine, che nidificano nelle coste italiane e vivono nei nostri mari. Nel report anche un Vademecum di comportamento per i turisti che nel corso dell’estate dovessero incontrare una tartaruga in difficoltà o scoprire tracce lungo la spiaggia.
Il 16 giugno, in occasione della Giornata mondiale delle tartarughe marine (World sea turtle day) il WWF pubblica il nuovo report “Italia, penisola delle tartarughe” che racconta vita e minacce di questa specie, ma anche tutti i progetti che il WWF porta avanti e i risultati ottenuti per la loro tutela.
Il Mediterraneo ospita tre specie di tartaruga marina: la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e, sebbene più rara, la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). Queste nidificano soprattutto sulle coste orientali del bacino, mentre la tartaruga comune Caretta caretta è l’unica che nidifica regolarmente lungo le coste italiane (soprattutto nelle regioni meridionali)). Negli ultimi cinque anni (2016-2021) è stato registrato un aumento nel numero dei nidi che, tuttavia, rappresentano solo alcune decine di unità dei circa 8 mila dell’intero Mediterraneo. I mari intorno all’Italia, invece, rivestono una grande importanza per la popolazione di Caretta caretta del bacino: quello Adriatico, per esempio, è importante area di alimentazione per la specie.
LE MINACCE
Il Mediterraneo è zona chiave per le tartarughe e hotspot di biodiversità, ma anche di minacce antropiche. È il mare che si sta scaldando più velocemente ed è “invaso” dai rifiuti: ogni anno, 570 mila tonnellate di plastica finiscono in mare. Questi due fattori, insieme alle attività da pesca intensiva e all’impatto con i natanti, agiscono su tutte le fasi del ciclo vitale delle specie di tartarughe marine, che nella lista Rossa della IUCN, compaiono come a rischio di estinzione (tranne la tartaruga a dorso piatto, Natator depressus, ancora classificata come Carente di Dati).
Nel Mediterraneo oltre 150.000 tartarughe ogni anno vengono catturate accidentalmente da ami da pesca, lenze e reti e oltre 40.000 muoiono. Solo in Italia, ogni anno 25.000 tartarughe marine vengono catturate da reti a strascico.
LE AZIONI DEL WWF
Il WWF Italia si occupa della conservazione delle tartarughe marine da oltre 25 anni, lo fa attraverso un’ampia attività di ricerca, monitoraggio, tutela dei nidi, recupero e riabilitazione di tartarughe grazie a specifici progetti approvati ed autorizzati dal Ministero dell’Ambiente, oggi MITE (Ministero della Transizione Ecologica).
Le attività riguardano Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Veneto e Toscana e, grazie alla collaborazione con i pescatori più sensibili, altri Enti, anche Campania e Lazio. Le numerose e diverse iniziative di conservazione sono state rese possibili dal Network tartarughe, costituito dalla rete di operatori, centri di recupero e volontari costruita negli anni sul territorio.
Le attività di monitoraggio, in particolare, sono cresciute negli ultimi anni grazie anche al progetto Life Euroturtles e, ogni estate, coinvolgono centinaia di volontari che, affiancati da operatori esperti, hanno non solo collaborato nella ricerca delle tracce lasciate sulle spiagge dalle tartarughe marine, ma anche nella successiva tutela dei nidi. Queste operazioni hanno coinvolto più di 100 volontari che ogni anno percorrono a piedi circa 5.000 km di spiagge.
I risultati raggiunti grazie a questi sforzi di monitoraggio sono stati notevoli. Si pensi che in tutt’Italia, solo nel 2020, gli operatori e volontari del WWF Italia sono intervenuti su 108 nidi da cui sono emersi più di 5.000 piccoli che hanno raggiunto il mare. La maggior parte dei nidi sono stati identificati in Sicilia, ben 81, seguita dalla Calabria con 26 e dalla Basilicata con 1 nido. Il risultato è da considerarsi particolarmente significativo se si pensa che nel 2019 i nidi ritrovati erano stati 46, 26 nel 2018.
Gli operatori del WWF, nel corso degli anni, hanno organizzato anche numerosi eventi di sensibilizzazione, liberazioni di tartarughe e incontri di educazione ambientale che hanno coinvolto centinaia di appassionati e curiosi, creando molteplici opportunità di dialogo sulla conservazione della Caretta caretta.
IL RUOLO DEI CENTRI DI RECUPERO
Cruciale per la tutela delle tartarughe marine anche il ruolo dei centri di recupero, che hanno lo scopo di curare e riabilitare gli animali recuperati con ferite di diversa entità. Le tartarughe ricevono le cure veterinarie di cui hanno bisogno e, se possibile, vengono liberate in mare dopo la guarigione. I centri di recupero del WWF si trovano a Policoro, Molfetta, Torre Guaceto e Capo Rizzuto e trattano circa 500 tartarughe l’anno, con una buona percentuale di individui curati e poi rilasciati in mare. I CRTM raccolgono dati anche grazie alla tecnologia: oltre a marcare tutte le tartarughe rilasciate con un tag satellitare sulla pinna, hanno applicato dei tag GSM (Global System for Mobile communication), che permettono di seguire i movimenti della tartaruga nel corso del tempo in modo efficace e di identificare così le loro rotte, i loro habitat chiave, le aree di alimentazione e riproduzione.
Molte sono inoltre le attività organizzate per sensibilizzare il pubblico, non solo sulla biologia e l’ecologia delle tartarughe, ma soprattutto sulle minacce e le iniziative di conservazione. Centinaia di volontari partecipano ogni anno ai campi estivi dedicati al monitoraggio e alla sorveglianza dei nidi di tartaruga in Sicilia, Basilicata, Calabria, Puglia, Toscana e Campania; attività di recupero e studio delle tartarughe si svolgono anche in Alto Adriatico: in Friuli grazie al coordinamento dell’Oasi WWF di Miramare, e in Veneto.
Adottando simbolicamente una tartaruga sul sito WWF si potranno sostenere i Centri di Recupero WWF che ogni anno curano centinaia di individui in difficoltà.
GLI EVENTI IN PROGRAMMA
Per celebrare la Giornata mondiale delle tartarughe marine sono previsti diversi eventi: il 16 giugno verranno liberate al largo del Porto di Bari 2 Caretta caretta ristabilitesi dopo un periodo di cure nel Centro di Recupero WWF di Molfetta (Bari). Le tartarughe saranno scortate dai mezzi navali della Guardia di Finanza Puglia. Domenica 19 giugno un’altra tartaruga marina, curata presso il Centro di Recupero WWF di Policoro (Potenza) tornerà in mare grazie ai volontari del WWF e sempre domenica 19 a Marsala (Trapani) si potranno conoscere tutti i segreti di questi splendidi rettili marini nell’incontro organizzato, dalle 10.00 alle 12.30 presso il South Beach, dal WWF Sicilia.
Agli appuntamenti di domenica 19 giugno si aggiunge anche la giornata Plastic Free in kayak a Maratea, con ritrovo alle ore 9.00 presso Spiaggia Nera.