WWF: legalizzare l’illegalità produce lutti e dolore
La reiterata e irresponsabile gestione del territorio dell’isola, con l’accelerazione provocata dagli effetti del cambiamento climatico, è diventata una bomba innescata e pronta ad esplodere
Quella di Ischia è una tragedia annunciata che ha cause e responsabilità precise. Suona come una grande ipocrisia piangere le vittime di questi giorni, quando si continua a costruire dove non si dovrebbe, si continua a strizzare l’occhio a possibili condoni edilizi e non si approva in tempi rapidissimi una legge sul consumo di suolo.
Purtroppo, la situazione dei sei Comuni dell’Isola è nota da tempo: le mappature delle aree a rischio sono ufficiali e pubbliche. Sulla base delle perimetrazioni del Piano di Assetto Idrogeologico, nel Comune di Ischia (il più grande dell’isola) si stima che quasi 3.700 persone vivano nelle aree con pericolosità di frana elevata o molto elevata. Nel Comune di Barano un terzo della popolazione vive in zone considerate a rischio frane elevato o molto elevato, percentuali sostanzialmente analoghe si registrano anche nel comune di Serra Fontana. Nel Comune di Forio si stima che oltre 1.150 persona vivano in zone a rischio elevato mentre sarebbero circa 900 quelle nelle zone ad alto rischio. Nel Comune di Lacco Ameno, il più piccolo dell’Isola, sarebbero oltre 550 i residenti nell’area a rischio molto elevato, mentre più di 400 quelli nell’area di rischio elevato. Nel comune di Casamicciola, quello interessato dai drammatici fatti di questi giorni, 800 abitanti circa sono nelle aree a rischio molto elevato e oltre 1.200 in quelle a rischio elevato.
Non serve essere tecnici per comprendere che quanto meno le costruzioni abusive e quindi illegali non possono essere tollerate perché costituiscono un moltiplicatore di rischio che va ben oltre le persone che le abitano. Invece nel 2018 il governo Conte approvò un condono mirato per l’Isola inserendolo paradossalmente nella legge per Genova varata a seguito del crollo del Ponte Morandi. Sebbene il condono fosse relativo alle case lesionate “nei territori dei Comuni di Casamicciola, Forio e Lacco Ameno dell’Isola d’Ischia interessati dagli eventi sismici verificatisi il giorno 21 agosto 2017”, l’applicazione di questa portò sull’isola ad una legittimazione dell’abusivismo. Contro questo provvedimento Il WWF, ritenendo che non si producesse solo un danno ambientale e paesaggistico ma anche erariale, presentò un esposto al Procuratore regionale presso la Corte dei Conti di Napoli e al Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Napoli.
In quell’esposto, il WWF, richiamando l’inequivocabile normativa vigente e i pareri del Consiglio di Stato (secondo cui le opere abusive non sono sanabili in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio, in violazione di un vincolo di inedificabilità e in difformità delle opere rispetto alle disposizioni urbanistiche), evidenziò che gli abitanti di quelle abitazioni non potevano vantare diritti e che le amministrazioni comunali avrebbero potuto procedere all’acquisizione gratuita degli immobili. Sempre nell’esposto si aggiungeva che tutti gli immobili oggetto di ordinanza di demolizione non ottemperata, non appartenevano più ai privati che li hanno illecitamente edificati, ma erano acquisiti al patrimonio pubblico. Conseguentemente oltre al danno ambientale e paesaggistico ed al di là di ogni aspetto penale conseguente al reato di abusivismo edilizio, il WWF segnalò che si stava causando un danno erariale dovuto sia alla mancata acquisizione pubblica degli immobili abusivi in mano pubblica, sia alla mancata irrogazione delle sanzioni amministrative per omessa demolizione e ripristino paesistico, oltre che alla mancata riscossione dei canoni di locazione da parte degli occupanti abusivi e alla mancata riscossione delle imposte comunali.
Oggi siamo costretti, per l’ennesima volta, a piangere morti che si sarebbero potute evitare. Ma alla solidarietà nei confronti delle loro famiglie si aggiunge la rabbia e la richiesta di accertare le responsabilità anche politiche che sono alla base di questa tragedia. E proprio per questa ragione il WWF chiede che, anche quale monito rispetto alle decine di migliaia di abusi edilizi in aree a rischio ancor oggi non abbattuti, nel pieno rispetto delle vittime della tragedia di Ischia e con grande solidarietà per la popolazione colpita, l’ipotesi di danno erariale sia presa in considerazione per gli interventi che devono essere necessariamente assunti. È infatti evidente che in presenza di precipitazioni cospicue, che con il cambiamento climatico ormai stanno diventando la regola e non l’eccezione, la presenza di immobili e opere abusive, che continuano ad esistere a causa dell’inerzia o addirittura della tolleranza della Pubblica Amministrazione se non dei governi, rappresentano un moltiplicatore di rischio oltre che un intollerabile oltraggio alle vittime.
Il WWF chiede anche che finalmente si approvi una legge sul consumo di suolo di cui si discute inutilmente dal 2012. In Italia, secondo il recente Report dell’ISPRA sul consumo del suolo, ogni secondo vengono cementificati 2 metri quadrati di suolo e solo gli edifici occupano ormai 5.400 km quadrati, una superficie pari alla Liguria. La cementificazione del suolo contribuisce a rendere il nostro Paese meno sicuro perché l’impermeabilizzazione del territorio aumenta il rischio disastri: dal 2000 al 2019 il dissesto idrogeologico ha causato 438 morti in Italia (fonte CNR-Irpi).