L’Italia sta diventando un porto franco per i bracconieri
Un rarissimo esemplare di Ibis eremita è stato rinvenuto morto in Toscana, nel territorio di Albinia (in provincia di Grosseto) che è risultato essere stato ucciso da pallini sparati da un fucile da caccia.
Questo animale appartiene a una specie estinta in Europa allo stato selvatico, oggetto di un progetto di reintroduzione portato avanti dal gruppo austriaco Waldrappteam Conservation & Research.
Dai dati del GPS di cui l’Ibis era munito è stato possibile individuare la data della morte che risale al 25 dicembre 2022, ossia in piena stagione di caccia.
La stagione venatoria 2022/2023 ha fatto registrare numerosi casi di bracconaggio che hanno coinvolto addirittura 6 Ibis eremita uccisi a fucilate nel solo autunno 2022: uno di questi è stato ritrovato in provincia di Verona dai volontari WWF e consegnato al CRAS WWF di Valpredina che ha effettuato gli esami radiografici sulla carcassa accertando anche in questo caso la presenza di pallini di piombo.
È ormai sempre più evidente che l’Italia sta diventando un vero e proprio porto franco per i bracconieri e i cacciatori di frodo che godono di norme regionali e nazionali sempre più permissive
L’ultimo episodio appare, però, ancora più grave perché si è verificato nei pressi dell’Oasi WWF di Orbetello, nella Maremma Toscana, area protetta importantissima per posizione e caratteristiche e meta finale del viaggio migratorio che gli Ibis percorrono in volo seguendo i ricercatori che, servendosi di un deltaplano, insegnano a questi animali le antiche rotte di migrazione.
Il personale addetto alla vigilanza venatoria è sempre più ridotto e gli strumenti repressivi a disposizione delle forze di polizia e della magistratura sono inefficaci e spesso ridicoli. Come se non bastasse, la riforma “Cartabia” e l’emendamento “caccia selvaggia” nell’ultima Legge di bilancio hanno contribuito a diminuire ulteriormente le tutele a favore della biodiversità, in palese contraddizione con l’art. 9 della Costituzione e con le norme europee, come segnalato recentemente da una lettera trasmessa al Governo Italiano dalla Commissione Europea.
Il lugubre bollettino di animali protetti vittime di bracconaggio non fanno che evidenziare le responsabilità di certa politica e del mondo venatorio o che invece di impegnarsi per contrastare l’illegalità, continuano a fare accordi per estendere la caccia in periodi delicati e a specie in declino, azzerando ogni forma di controllo, a partire dal tentativo di depotenziare il ruolo di ISPRA.
Il WWF è in prima linea nella tutela della biodiversità che passa anche contrasto alle illegalità e per questo continuerà ad operare, in stretta sinergia con le Autorità pubbliche, anche attraverso le sue guardie volontarie o le attività come quelle previste dal progetto Life SWiPE che punta a contribuire al contrasto dei crimini contro la vita selvatica attraverso attività di ricerca e formazione rivolte alla magistratura e alle forze dell’ordine.