Caratteristiche della specie
Taglia minima legale
Mugil spp.: 20 cm (Italia)
Taglia di riproduzione:
ca. 41 cm (Mugil cephalus)
ca. 23 cm (Chelon labrosus)
Mangia alghe e piccoli invertebrati, vive nelle acque della maggior parte delle zone tropicali e temperate. E’ presente nell’Atlantico centrorientale e nordorientale, nel Canale della Manica, nel Mare del Nord e in Mediterraneo. In acquacoltura il cefalo (Mugil cephalus) viene allevato in stagni. Si nutre principalmente di sottoprodotti agricoli e mangimi che contengono farina e oli di pesce. La principale fonte di giovani esemplari è la cattura di individui selvatici; questa pratica causa un aumento della pressione sugli stock ittici.
IMPATTO DELLA PESCA
La pesca del cefalo è una pesca con dati molto carenti, senza valutazioni degli stock, né punti di riferimento e pochi dati sulle catture (quando disponibili).
La pesca di Mugil cephalus nella laguna di Orbetello è una forma mista di acquacoltura estensiva rudimentale e pesca da cattura selvatica che non può essere chiaramente suddivisa. La specie mostra una vulnerabilità bassa-moderata alla pesca e ci sono segnali che la popolazione nella laguna di Orbetello stia aumentando. In generale la pesca con nasse è piuttosto conservativa. Questo tipo di pesca ha poche implicazioni sull’ecosistema e sull’habitat stesso
GESTIONE DELLA SPECIE
L’ente responsabile della gestione della Laguna di Orbetello è l’ Orbetello Pesca Lagunare (OPL). La gestione è considerata in larga misura efficace.
Ad oggi, nelle altre zone di pesca non esistono delle misure di gestione specifiche per il cefalo.
IMPATTI DELL’ACQUACOLTURA
Le attività di allevamento possono causare impatti ambientali attraverso lo scarico di acqua nei corsi d’acqua vicini e la modifica del territorio in aree di grande valore ecologico. Il cefalo è una specie autoctona che non ha effetti negativi sull’ambiente. Tuttavia, manca di informazioni sul rischio di
trasferimento di malattie e parassiti alle specie selvatiche.
GESTIONE DELL’ACQUACOLTURA
Mancano diverse misure specifiche per la gestione dell’allevamento di policoltura in stagni, ma ci sono regolamenti generali e attività di gestione della conservazione che affrontano questi problemi in parte.