La crisi climatica è sempre più anche crisi di salute
Occorre accelerare l’azione climatica, uscire dai combustibili fossili producendo l’energia con le fonti rinnovabili, rischiamo altrimenti di arrivare fuori tempo massimo: questo il messaggio del WWF a valle della lettura del Report annuale di Copernicus sullo Sato del Clima in Europa lanciato in occasione della Giornata della Terra. A destare particolare preoccupazione il numero record di giorni con “stress da caldo estremo” o “forte stress da caldo” in tutta Europa, l’aumento del 30% della mortalità legata al caldo.
“La crisi climatica è sempre più anche crisi per la salute, umana, di animali e piante, degli ecosistemi –commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia– Questo rischio viene ancora poco e mal rappresentato da parte dei media e dei decisori politici nel dibattito pubblico e nelle decisioni”.
Forte preoccupazione anche per il calore accumulato nelle acque marine superficiali: per tutto il 2023, la temperatura media della superficie del mare in Europa è stata la più alta mai registrata. Questo calore/energia ha un impatto fortissimo sugli ecosistemi marini e rischia di esacerbare gli eventi estremi.
A rischio anche le nostre riserve idriche: anche se nel 2023 ha piovuto mediamente di più in Europa – molte volte si è trattato di alluvioni ed eventi estremi, alcuni catastrofici- i giorni di neve sono stati meno numerosi della media, in particolare sulle Alpi dove si è registrata un’eccezionale perdita di ghiaccio (il 10% del volume residuo nel corso del periodo 2022-23) legata a un accumulo di neve invernale inferiore alla media e a un forte scioglimento estivo dovuto alle ondate di calore.
“L’Europa ha tutto l’interesse, oltre che il dovere, di accelerare la transizione energetica ed ecologica –sottolinea Midulla- L’unico modo efficace di indurre tutti i Paese a muoversi per cercare di contenere la crisi climatica, verso un divello modello di produzione e consumo delle risorse e dell’energia, è quello di dare il buon esempio. Tanto in tempi così difficili dal punto di vista internazionale. Dobbiamo uscire dai combustibili fossili e dobbiamo studiare il modo per riconvertire subito, non tra 50 anni, le aziende oil and gas, anche per poter gestire l’impatto sociale. È una sfida per tutti, ma per l’Europa di più. Mentre in Italia si discute di false soluzioni, che ci faranno solo perdere tempo –il nucleare- dalla California arriva la notizia che la produzione da rinnovabili soddisfa tutta la domanda elettrica in modo sempre più stabile, addirittura i dati del California Independent System Operator mostrano che l’offerta di energia geotermica, idroelettrica, solare ed eolica ha superato la domanda per un periodo compreso tra 0,25 e 6 ore al giorno per più di tre quarti dei giorni dall’inizio di marzo: e la California sta attuando il decomissioning del nucleare. La transizione sta già raggiungendo i suoi traguardi, dobbiamo correre”.