Una legislatura europea per la transizione ecologica è ancora possibile

Il voto degli under 30 si è indirizzato in larga parte verso le forze politiche più attente a clima e ambiente

Elezioni Europee 2024: ora tocca ai leader europei


Dopo una campagna elettorale contrassegnata da mirabolanti fake-news su clima e ambiente propagandate dalle forze estremiste e nazionaliste in tutta Europa che hanno fatto da cassa di risonanza agli interessi delle potenti lobby legate ai combustibili fossili, i cittadini europei hanno ridisegnato il panorama politico a Bruxelles dando spazio alle preoccupazioni più profonde per la loro sicurezza economica e sociale. Nel frattempo, però, la crisi ambientale e climatica non si ferma con gli slogan: il Copernicus Climate Change Service, finanziato dalla Commissione europea, ha attestato che il mese di maggio 2024 è stato il maggio più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media globale dell’aria superficiale di 0,65°C superiore alla media del 1991-2020, segnando il dodicesimo mese consecutivo con una temperatura media globale record per il mese corrispondente.

Una maggioranza più difficile per il Green Deal

I risultati elettorali aggregati prospettano una maggioranza a favore del Green Deal più limitata, ma che resta possibile e auspicabile proprio per dare una risposta concreta alle preoccupazioni generate da un clima che cambia sempre più velocemente con gravi conseguenze sulla stabilità sociale, economica e finanziaria degli europei. È evidente che puntare sulla sostenibilità ambientale stimoli la nostra economia e rappresenti un importante fattore di crescita dell’occupazione. A livello europeo più di 5,1 milioni di persone lavorano nei posti di lavoro green e il loro numero cresce di anno in anno. Gli investimenti nell’energia pulita hanno contribuito a quasi un terzo della crescita del PIL dell’Unione europea nel 2023. È sconcertante ignorare questi dati e continuare a difendere gli interessi di quelle industrie che hanno contribuito al caos in cui ci troviamo oggi.

In Italia, occorrerà riflettere anche sulla rassegnazione di molti cittadini che, non trovando un’alternativa adeguata e all’altezza delle loro aspettative, hanno deciso di non recarsi alle urne, facendo dell’astensione il vero primo partito italiano.
Significativo poi il dato del voto degli under 30 che si è indirizzato in larga parte verso le forze politiche più attente a clima e ambiente, indicando chiaramente quali sono le aspettative delle generazioni più giovani per il futuro dell’Europa.

Osservatorio WWF “Natura chiama Europa”

Dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia: “Come WWF abbiamo seguito queste elezioni con una particolare attenzione, creando l’Osservatorio “Natura chiama Europa” che ha prodotto analisi e dossier, confrontandosi con le forze politiche e tante altre componenti della società civile. Il voto di ieri non ci ha sorpreso: l’Europa si ritrova impaurita davanti alle enormi sfide che dovrà affrontare nei prossimi anni, a partire dalla transizione ecologica. I cittadini europei chiedono maggiore sicurezza e un futuro più prospero: obiettivi che potranno essere raggiunti solo se si confermerà la scelta di una giusta transizione ecologica che non penalizzi le fasce delle popolazioni che già oggi sono in sofferenza per motivi che nulla hanno a che fare con il percorso tracciato dal Green Deal. Il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione non potranno ignorare questa enorme sfida, anche per le future generazioni. Ma saranno soprattutto i Capi di Stato e di Governo a indicare la rotta. Vedremo quali scelte vorrà adottare il Governo italiano che finora si è quasi sempre opposto all’avanzamento delle politiche ambientali in Italia e in Europa. Questa scelta, se non vi sarà un cambio di rotta, avrà effetti disastrosi sulla protezione dell’ambiente, ma anche sulla salute e sulla sicurezza di tutti i cittadini”.

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