Al via un nuovo monitoraggio sulla presenza della specie nelle zone di espansione in Italia, coordinato da WWF e Università del Molise
La specie è simbolo degli habitat di acque dolci, tra i più a rischio a livello italiano ed europeo
La lontra euroasiatica (Lutra lutra) è ancora oggi una delle specie più rare del nostro Paese. Dopo aver rischiato, nel secolo scorso, l’estinzione in Italia, da qualche anno è in lenta ma costante ripresa. Grazie anche alle politiche nazionali ed europee di conservazione, di cui il WWF è stato protagonista, si è assistito alla riunificazione dei due nuclei meridionali – gli unici vitali del Paese – alla ripresa in alcune regioni confinanti e al timido ritorno nell’area alpina legato all’espansione della specie da Austria e Slovenia.
Nonostante questo, la popolazione italiana di lontra è ancora oggi tra le più minacciate e isolate d’Europa, essendo ancora assente in gran parte del suo areale storico, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali della penisola. In Italia si stimano tra gli 800 e i 1000 individui di lontra, ancora al di sotto del limite vitale minimo.
Il WWF in Italia è stato il primo a dare l’allarme sullo stato della lontra negli ’80, dando vita al Gruppo Lontra Italia e coordinando il primo e unico monitoraggio nazionale dalla primavera del 1984 all’autunno del 1985, in cui emerse che solo il 6% dei 1300 siti monitorati erano effettivamente occupati dalla specie.
Tra le azioni principali a salvaguardia della lontra, c’è stata la creazione di una rete di Oasi fondamentali per la conservazione della specie, come l’Oasi di Serre-Persano, Grotte del Bussento e Lago di Conza in Campania, Pantano di Pignola e Policoro in Basilicata, Cascate del Verde in Abruzzo, e il sostegno alla realizzazione di importanti aree protette come il parco nazionale del Cilento-Vallo di Diano e Monti Alburni.
Anche grazie a queste Oasi, oggi la lontra sopravvive nell’Italia meridionale e solo negli ultimi anni ha dato segni di espansione, sia in aree confinanti del centro Italia sia con arrivi naturali nelle regioni alpine.
Proprio per questo, ad oltre 30 anni dal precedente monitoraggio e ad oltre 10 dal Piano di Conservazione per la lontra (PACLO) curato da ISPRA, il WWF ha deciso di finanziare un monitoraggio della presenza della lontra nelle regioni di recente espansione. Per farlo, ha attivato il prezioso supporto scientifico dell’Università del Molise, che vanta alcuni dei maggiori esperti mondiali sulla specie come la professoressa Anna Loy, con cui è stato redatto un protocollo standardizzato raccomandato dall’Otter Specialist Group dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Il censimento sarà quindi realizzato grazie a referenti regionali che avranno il compito di controllare i siti selezionati a scala nazionale all’interno di celle di griglia di 10x10km, anche con il supporto di volontari e appassionati.
Obiettivo dell’indagine sarà quindi raccogliere informazioni aggiornate sulla presenza della specie nelle aree periferiche dell’attuale areale (aree identificate come prioritarie dal PACLO), ma anche su fattori di disturbo antropico che ancora insistono sui corsi d’acqua italiani e possono impedire o rallentare il processo di espansione della lontra nel nostro paese.
Questo consentirà inoltre di supportare il prossimo aggiornamento del PACLO e avviare, da parte del WWF e degli enti preposti, tutte le azioni possibili per tutelare aree critiche e prevenire alcune delle principali minacce alla lontra in Europa, a cominciare da quella degli investimenti da automobili. Ultimo, ma non meno importante, creare gruppi di volontari da formare sotto la guida dei coordinatori regionali, che in futuro possano trasformarsi in sentinelle e ambasciatori della conservazione dei nostri sempre più minacciati ecosistemi fluviali.
Per aiutare il WWF a portare avanti tutti i progetti sul campo dedicati alla lontra e dare una speranza concreta a una delle specie più preziose del nostro Paese, ognuno può fare la sua parte adottando simbolicamente una lontra sul sito WWF. Clicca QUI
Giornate delle Oasi WWF
Fino al 29 maggio sarà possibile seguire “Il Richiamo della natura” entrando nelle Oasi WWF, a partire proprio da quelle particolarmente dedicate agli uccelli migratori. Le Oasi WWF saranno aperte gratuitamente al pubblico. Per partecipare ad alcune attività potrà essere richiesto un piccolo contributo, sempre indicato laddove previsto. Scopri qui tutti gli appuntamenti in Italia.