Le storie di Sefora, Silvana e Demetra
Il WWF Internazionale e quello italiano sono guidati da due protagoniste della conservazione
L’8 marzo del WWF è dedicato alle donne impegnate nella conservazione. Senza dimenticare che da quest’anno, al termine del mandato di Marco Lambertini, il WWF Internazionale ha scelto l’olandese Kirsten Schuijt come nuova Direttrice Generale, mentre il WWF Italia è guidato da Alessandra Prampolini, Direttrice Generale da gennaio 2021. Tra chi lavora ogni giorno sul campo, il WWF ha scelto le storie di Sefora, Demetra e Silvana, impegnate ogni giorno nella tutela di preziosi angoli di natura come le Oasi WWF delle Gole del Sagittario in Abruzzo, Grotte del Bussento in Campania e delle Saline di Trapani, in Sicilia.
Sefora, la donna degli orsi
Abruzzese, attivista da sempre, mamma di Luna e Nico, Sefora è oggi è Direttrice della Riserva e Oasi WWF Gole del Sagittario (AQ). Laureata in Scienze Ambientali, la sua storia come attivista ha inizio tanti anni fa, per contrastare la realizzazione, da parte di una nota multinazionale dell’energia, di un grande impianto di incenerimento nella piana agricola del Fucino. “Nel 2011 ho incontrato il WWF, e da allora non l’ho più lasciato. Prima socia e attivista del Panda, poi collaboratrice. Oggi sono proprio i lupi e soprattutto gli orsi che “monopolizzano” il mio impegno per la natura. La nostra infatti è l’unica Oasi WWF che vanta tra le proprie presenze faunistiche anche l’orso bruno marsicano, specie endemica dell’appennino centrale e considerata ormai a rischio di estinzione”.
“Non nego che conciliare il ruolo di mamma, compagna, lavoratrice e appassionata attivista diventa ogni giorno sempre più difficile, costantemente combattuta tra i sensi di colpa per il tempo che sottraggo alla mia famiglia, ma anche a me stessa. Spesso Luna (5 anni) mi dice “eh mamma tu pensi sempre ai lupi, agli orsi e alle montagne” Eh, quanto è vero piccola mia!”
“Mia madre prima di me è stata un’attivista, sempre in prima linea nella Caritas a sostegno degli ultimi. Forse è merito della mia famiglia, forse dell’infanzia vissuta a piedi nudi tra i monti e laghi d’Abruzzo, forse semplicemente è scritto nel mio DNA, se ho fatto della natura non solo il mio percorso di studi, ma la mia professione e il mio impegno volontario. Ma proprio pensando ai miei figli, penso al loro diritto di poter godere, in futuro, di un ambiente salubre e non inquinato, e di una natura popolata da orsi e lupi”.
Silvana, dalle Saline con amore
Altra regione altra storia. Silvana Piacentino è la direttrice della Riserva e Oasi WWF delle Saline di Trapani e Paceco, istituita nel 1995 dalla Regione Sicilia, e oggi anche area umida tutelata ai sensi della Convenzione di Ramsar. 1.000 ettari, ospita 470 specie di piante e 270 di uccelli tra svernanti e nidificanti.
“Sono nata qui, a Nubia, frazione del Comune di Paceco – racconta Silvana -. Qui ci sono cresciuta e poi ho cominciato a lavorarci che avevo solo 21 anni. Non è stato semplice: 26 anni fa l’essere una donna, giovane e per di più del luogo, che si batteva per salvare un pezzo di Natura era difficile da comprendere. Ma mi considero fortunata, perché lavoro in quello che per me è il luogo del cuore. Qui ci sono tra i tramonti più belli che si possano ammirare, e ancora oggi mi emoziono di fronte allo spettacolo del volo dei fenicotteri”.
“Questo luogo è una zona di transizione tra terra e mare ed ha un forte legame con le attività umane. Da secoli in queste vasche, utilizzando gli elementi che la Natura offre, si produce il prezioso sale. Anticamente il vento, sempre costante, azionava le pale dei mulini. Ma queste saline, per me sono il rifugio sicuro per centinaia di uccelli migratori che, spostandosi dal continente europeo a quello africano, trovano qui una preziosa (e sicura) area di sosta e di rifornimento alimentare”.
Demetra e l’Oasi delle donne
A Morigerati, in provincia di Salerno, nel Cilento interno e selvaggio c’è l’Oasi WWF delle Grotte del Bussento, gestito da una piccola società locale. Siamo in pieno Parco Nazionale del Cilento. “La nostra – racconta Demetra, che nella mitologia greca è la dea della vita che si rinnova – è l’unica Oasi gestita interamente da donne, oltre a me ci sono Caterina Arenare e Felicia Barra. Il sentiero principale è chiamato il sentiero delle donne perché collega il fiume, dove le donne anticamente scendevano a fare il bucato e a macinare il grano, con il paese di Morigerati”.
“Nel sentiero ci sono alcune postazioni, per noi morigeratesi, significative: “lu mbusaturu” cioè il posatoio, dove le donne si fermavano per riposare e poggiare il pesante fardello dei pesi che trasportavano sulla testa, dalla cesta con la biancheria al sacco di farina, al fascio di legna.. e “Petra pizzuta”, la roccia appuntita dove iniziava la discesa più ripida.
A tutti i visitatori raccontiamo questa storia, che svela l’antico legame del paese con il suo fiume, alimentato da una sorgente perenne che ha una portata di circa 150 litri al secondo”.
L’escursione è suggestiva e si svolge proprio lungo il corso d’acqua, spingendosi fino alle grotte, unendo così la storia con la natura in una simbiosi inscindibile. La corrente impetuosa della sorgente perenne azionava, ed aziona ancora oggi anche se al solo scopo dimostrativo, una ruota orizzontale, tipica dei mulini a modello greco, testimonianza della forte presenza dei monaci Italo-greci vissuti in questo territorio per secoli. Nelle limpide acque del Bussento sopravvive la lontra, avvistata proprio di recente da un canoista. L’Oasi è visitata ogni anno da circa 15mila visitatori, concentrati soprattutto nel periodo estivo. A guidarli, ci sono sempre loro: Demetra, Felicia e Caterina.