Il WWF crede nel futuro sostenibile della piccola pesca locale e nel suo mare di opportunità
Pescatori artigianali, i primi difensori del Mare nostrum e della sua economia.
La campagna #GenerAzione Mare e gli eventi estivi del WWF a sostegno di una piccola pesca impegnata verso la sostenibilità e del suo ruolo in Italia e Mediterraneo
La tradizione e la cultura delle regioni mediterranee non possono prescindere dal ruolo dei pescatori artigianali. Figure che hanno accompagnato la storia delle nostre comunità costiere e del Mediterraneo nei secoli, oggi hanno un ruolo ancora più importante perché nessuno come loro può porsi tra tradizione e innovazione, tra opportunità economica e salvaguardia ambientale di uno dei mari più in crisi del Pianeta. Nel Mar Mediterraneo oggi ben il 75% degli stock ittici monitorati è sovrasfruttato, ossia pescato più velocemente delle proprie capacità di rigenerarsi. Oggi, nell’Anno Internazionale della Pesca Artigianale e dell’Acquacoltura dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il WWF punta i riflettori sulla piccola pesca costiera, uno dei temi più importanti all’interno della campagna GenerAzione Mare a cui si aggancia il progetto Food4Future per la tutela del Pianeta a partire dalla nostra tavola. Il WWF con queste iniziative vuole mettere in evidenza il potenziale che ha questo settore per sviluppare un’Economia Blu più sostenibile in tutto il Mediterraneo e nel mondo.
Per il WWF coinvolgere le comunità costiere di pescatori artigianali è la chiave per garantire una migliore gestione delle risorse marine, trovando un equilibrio tra lo sfruttamento delle risorse naturali e la loro conservazione. Con il progetto Pescare Oggi per Domani, sviluppato in questi ultimi 4 anni, il WWF ha promosso un approccio di cogestione che valorizza il ruolo e il contributo dei pescatori artigianali, degli enti di ricerca, delle Aree Marine Protette e delle autorità locali: solo attraverso la collaborazione tra tutti si possono identificare soluzioni condivise per una pesca locale più sostenibile a livello ecologico e socio-economico.
In vista della 35esima sessione del Comitato Pesca (Committee of Fisheries) della FAO, che si terrà a Roma a settembre e che affronterà a lungo il tema centrale della piccola pesca, il WWF ha organizzato una piccola roadmap di eventi locali che accompagneranno il mondo della piccola pesca costiera verso questo momento di rilievo globale. Eventi che avranno luogo proprio in quelle località e con le stesse comunità di pescatori artigianali che sono state coinvolte nel progetto.
Ad iniziare con il 2 luglio a Porto Cesareo (Lecce) dove verranno proposte degustazioni di prodotti a base di zerro (Spicara smaris), una specie cosiddetta “povera”, pescata dai pescatori artigianali di Porto Cesareo e per la quale si sta creando un nuovo mercato grazie alla collaborazione con l’azienda MareVivo e di tutto il tavolo di cogestione della piccola pesca dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, costituito nel 2019. Lo zerro si ritrasforma in una preziosa risorsa sia per migliorare le condizioni socioeconomiche dei pescatori artigianali, sia per allentare la pressione di pesca su altre specie fin troppo sfruttate. Una vera esperienza che combinerà il piacere del gusto a cultura e consapevolezza. Fino ad arrivare ad inizio settembre, quando il WWF Italia e il tavolo di cogestione della piccola pesca del Golfo di Patti si uniranno al Milazzo Gourmet, per accrescere la consapevolezza alimentare della comunità riguardo l’importanza di scegliere prodotti ittici locali, legali e tracciabili, pescati da pescatori artigianali impegnati in un percorso verso la sostenibilità. Qui verrà presentata e una nuova app che mette in contatto diretto pescatori e consumatori in un mercato sostenibile virtuale, dove la tecnologia permette di aumentare la trasparenza e la tracciabilità dei propri prodotti. In questo percorso i consumatori sono essi stessi punto di riferimento centrale in quanto responsabili, con le loro abitudini di acquisto, di un mercato più sostenibile dei prodotti ittici.
I numeri della pesca artigianale
Nel Mediterraneo e nel Mar Nero le attività di piccola pesca costiera, che coinvolgono piccole imbarcazioni con un ridotto livello di catture al giorno, rappresentano l’83% delle flotte totali: circa 127mila addetti. Si tratta di attività di origine familiare e attorno a questo settore si sostengono intere comunità e paesi. La cultura della pesca è una parte fondamentale della tradizione del Mediterraneo. La piccola pesca costiera è un vettore intergenerazionale di conoscenza e di buone pratiche, e se ben gestita può avere un impatto relativamente ridotto sull’ambiente. Garantisce quella stagionalità che oggi i consumatori cominciano a richiedere e che il mercato della grande distribuzione non rispetta, presentando in ogni momento dell’anno prodotti importati e togliendo valore ai nostri prodotti locali.
“Riteniamo che questo sia il modo più efficace per ripristinare gli stock ittici, proteggere la biodiversità marina e garantire migliori mezzi di sussistenza per i pescatori del Mediterraneo e le loro famiglie- afferma Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia-. I pescatori artigianali che accolgono la cogestione hanno la possibilità di collaborare con scienziati e autorità locali per identificare misure adeguate alle realtà locali e co-gestire le risorse marine da cui dipende la loro attività. Questi anni di intensa collaborazione hanno permesso ai pescatori artigianali di accedere più facilmente ai fondi dell’UE, fondamentali per investire in misure che aumentino la sostenibilità ecologica e socio-economica delle loro attività, di avvicinarsi ai consumatori e migliorare il proprio accesso al mercato, imparando a diversificare, valorizzare e commercializzare meglio il proprio pescato, ma anche di promuovere la multifunzionalità della piccola pesca tramite attività come il pescaturismo o l’ittiturismo.”
Attraverso queste iniziative il WWF sta di fatto supportando l’implementazione in Italia del Regional Plan of Action on Small Scale Fisheries FAO-GFCM (RPOA-SSF), un impegno politico e un vero e proprio piano d’azione per garantire un futuro sostenibile alla piccola pesca, siglato dai Paesi mediterranei nel 2018 e che deve essere implementato entro il 2028.
“Per implementare pienamente il RPOA-SSF in Italia c’è ancora molto da fare: dalla raccolta dati sugli stock ittici costieri, all’inclusione e il riconoscimento del ruolo dei giovani e delle donne nel settore della piccola pesca, dal miglioramento delle condizioni di lavoro dei pescatori artigianali, alla sostenibilità ambientale, climatica e socio-economica delle attività di piccola pesca: ci auguriamo che il governo metta in campo tutte le azioni necessarie, prima tra le quali la formalizzazione della cogestione quale strumento gestionale chiave per garantire attività di pesca più sostenibili a livello nazionale” conclude Giulia Prato.