L’Europarlamento vota contro l’ambiente
Nei giorni scorsi la Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI) e la Commissione per la pesca (PECH) del Parlamento europeo hanno votato contro la proposta della Legge Europea sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law) presentata della Commissione europea. Con questi voti, i membri delle due Commissioni hanno scelto di danneggiare il nostro futuro, ma soprattutto di tradire proprio gli agricoltori e i pescatori che stanno affrontando gli impatti senza precedenti del collasso dei nostri ecosistemi e dei cambiamenti climatici.
Le campagne delle lobby anti-natura
Per mesi le lobby anti-natura hanno guidato una campagna di disinformazione che ha dato i suoi frutti: invece di offrire soluzioni agli effetti devastanti di alluvioni, siccità e declino della salute del mare, le Commissioni AGRI e PECH hanno deciso di adottare un approccio che volta le spalle ai veri problemi di questi due settori.
L’agricoltura e la pesca non sono separate dalla natura, ma vivono solo grazie ad ambiente sano e resiliente. I voti delle due Commissioni non hanno afferrato questo concetto, o, peggio, lo hanno completamente ignorato.
In un momento come quello che stiamo vivendo in Emilia-Romagna non impegnarsi nel contrastare la perdita di biodiversità è inaccettabile. La comunità scientifica si è già più volte espressa in termini chiari sulla necessità di adottare pratiche di ripristino per la natura per accrescere la resilienza contro questi eventi estremi e per sostenere la sicurezza alimentare nel lungo periodo.
Così non si interviene sul dissesto idrogeologico
Il nostro territorio è fragile, completamente impreparato, dopo anni di cemento e asfalto, a mitigare gli impatti catastrofici della crisi climatica. E se da una parte dobbiamo assolutamente accelerare gli interventi per contrastare il cambiamento climatico, dall’altra dobbiamo subito ricostruire la nostra sicurezza, ripristinando ecosistemi scomparsi e degradati.
Da anni l’Unione Europea ci chiede di intervenire sul dissesto idrogeologico, che riguarda più del 90% dei nostri comuni, intervenendo sulla rinaturalizzazione e sul ripristino dei processi ecologici a partire da quello di fiumi e bacini idrografici, come peraltro chiede la Strategia Europea per la Biodiversità per il 2030.
Gli Stati europei hanno l’occasione di fare qualcosa di concreto per ridurre la crisi ambientale, sostenendo la Legge Europea sul Ripristino della Natura. I Parlamentari italiani devono sostenere questa legge se vogliono garantire un futuro all’agricoltura e alla pesca in Italia, ma anche se vogliono garantire uno sviluppo economico sostenibile e benessere sociale alle prossime generazioni.
Questa Legge è un passo cruciale per ridare sicurezza alle nostre vite. Fiumi cementificati, dune scomparse, foreste e zone umide distrutte non solo amplificano la crisi climatica, ma sono una vera e propria bomba ad orologeria contro le nostre vite: alluvioni, smottamenti, erosione, desertificazione sono la conseguenza della distruzione degli ecosistemi oggi amplificata dalla crisi climatica.
Il WWF Italia ha scritto a tutti i capi-delegazione dei partiti italiani al Parlamento Europeo per chiedere un impegno convinto per l’approvazione della Legge: il prossimo appuntamento per gli Europarlamentari sarà il 15 giugno, data in cui i componenti della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) avranno la possibilità di invertire il trend negativo e spingere questa Legge verso l’approvazione al fine di integrare la natura nelle politiche di sviluppo e gestione del territorio, garantendo così la nostra sicurezza negli anni a venire.