Chi ha paura delle energie rinnovabili?

Imprevisto stop per la pagina pubblicitaria di “Sardegna Rinnovabile”, l’alleanza costituita da WWF, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club

Una pagina già opzionata con prezzo triplicato

La pubblicazione della pagina pubblicitaria che “Sardegna Rinnovabile” -l’alleanza costituita da WWF, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club- aveva opzionato sul quotidiano L’Unione Sarda per ieri e oggi ha ricevuto un improvviso quanto inaspettato stop a poche ore dalla pubblicazione. Regolarmente in edicola, ieri e oggi, la pagina acquistata sulla Nuova Sardegna.

La pagina era stata regolarmente opzionata attraverso un’agenzia che aveva curato l’inserzione, la quale aveva dichiarato esplicitamente il committente e i contenuti. Una volta ricevuto il file, però, l’ufficio pubblicità del quotidiano la rifiutava “perché di carattere nazionale” e quindi il contratto andava stipulato con la concessionaria di pubblicità di CairoRCS Media: argomento quantomeno discutibile, visto che oltretutto testo e dati si riferiscono alla Sardegna. Nel pomeriggio di ieri la concessionaria di pubblicità ha risposto alla richiesta, triplicando, però, il prezzo proposto inizialmente per l’acquisto della pagina. Un’offerta, per ovvie ragioni, non ricevibile e che appare come un chiaro invito a desistere dalla pubblicazione della pagina pubblicitaria.

Un fatto grave il bavaglio alle rinnovabili

“Quello che è successo lascia senza parole: che il gruppo editoriale dell’Unione Sarda sia fortemente schierato nella campagna contro le rinnovabili in Sardegna è ormai evidente. Che questa campagna possa proseguire in assenza di contraddittorio è un elemento grave per la democrazia e che dovrebbe far riflettere i cittadini sardi che hanno diritto ad un’informazione in grado di dare spazio a tutte le posizioni, in special modo quando riguardano il futuro loro e della loro isola”, sottolinea la coalizione Sardegna Rinnovabile.

Il testo della pagina pubblicitaria invita a “Uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili che provocano crisi climatica e siccità”, sfatando poi i falsi miti che si usano per creare l’illusione che il territorio sardo sia sottoposto a un vero e proprio assalto da parte delle energie pulite.

La Sardegna si è fermata

A cominciare dal numero effettivo degli impianti: negli ultimi anni le istallazioni di rinnovabili in Sardegna si sono addirittura fermate. Dal 2012 al 2022 la potenza complessiva fotovoltaica è cresciuta di soli 0,582 GW e quella eolica di appena 0,107 GW. Di questo passo anche i 6 GW al 2030 assegnati dal Governo come obiettivo non si potrà raggiungere. È vero che le domande di allaccio sono molte, ma gli impianti autorizzati saranno molti meno: la Regione va aiutata dal Governo ad attrezzarsi per valutare rapidamente i progetti.
Altro mito da sfatare quello che le fonti rinnovabili siano dannose per paesaggio e biodiversità: ovviamente i progetti vanno fatti e realizzati bene, ma i dati scientifici mostrano chiaramente come, rispetto a quelle fossili, le fonti rinnovabili hanno un impatto irrisorio sugli ecosistemi e sulla biodiversità. La maggior parte dei consumi energetici in Sardegna viene approvvigionato con energia prodotta dai combustibili fossili, tra cui il carbone, un vero killer per la salute umana e l’ambiente. Le emissioni climalteranti e l’inquinamento non si vedono, ma danneggiano fortemente il paesaggio e la natura, oltre ad essere molto più pericolose per la salute umana.

Rinnovabili vuol dire anche indipendenza energetica

Infine, si sottolinea che gli impianti rinnovabili contribuiscono all’indipendenza energetica e all’economia sarda: l’energia rinnovabile consente all’Italia e alla Sardegna una maggiore indipendenza dall’estero rispetto alle fonti fossili o al nucleare. Inoltre, nel settore delle rinnovabili tra il 60 e il 65% delle ricadute economiche resta nel Paese di produzione.

In questa situazione la coalizione Sardegna Rinnovabile chiede a tutte le realtà editoriali sarde di pubblicare la pagina del proprio appello in nome del pluralismo e nella speranza che il dibattito sul futuro energetico della Sardegna non prosegua in assenza di contraddittorio.

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