L’appello del WWF a trasformare i nostri stili di consumo e produzione
La tradizione anglosassone del Black Friday, corsa all’acquisto favorita da sconti significativi, si è ormai diffusa ampiamente anche nel nostro Paese, favorita anche dal periodo di difficoltà economiche di esercenti e consumatori. Ma la giornata di corsa agli acquisti può trasformarsi anche in un’occasione per ripensare radicalmente i nostri modelli di consumo e di produzione, contribuendo così a garantirci un futuro migliore sull’unico pianeta che possiamo chiamare casa.
Il legame tra società, economia e natura è infatti sempre più chiaro. Intanto che sia aggiungono tasselli riguardo all’origine della pandemia in corso (che come molte altre epidemie potrebbe essere stata innescata o favorita dalla distruzione di ambienti naturali e da traffici di animali selvatici) e il concetto di One Health (la salute umana è inscindibile da quella delle altre specie e degli ambienti che ci ospitano), anche i più autorevoli consessi economici si stanno accorgendo quanto le nostre economie siano sensibili ai cambiamenti ambientali: tra le 10 maggiori fattori di rischio per l’economia globale individuati dal World Economic Forum lo scorso anno (in termini di impatto e probabilità), ben 9 erano collegati ai nostri impatti sulla natura e sul clima del pianeta. E questo non sorprende, considerando che il solo valore economico associato ai servizi ecosistemici vale circa una volta e mezzo il PIL mondiale.
E tra le cause principali di perdita di biodiversità individuate dall’IPBES (il panel intergovernativo sulla biodiversità e i servizi ecosistemici) a livello globale troviamo la distruzione degli habitat, il sovrasfruttamento delle specie, l’inquinamento nelle sue varie forme e il cambiamento climatico. Tutti fattori che sembrerebbero lontani dalla nostra vita, se non fosse che proprio le nostre scelte quotidiane possono fare una differenza enorme: basti pensare che circa un terzo delle emissioni di gas a effetto serra è originata delle filiere alimentari (lungo la quale viene sprecato circa il 30% del cibo prodotto), responsabili anche dell’80% della perdita di biodiversità, del 70% dell’utilizzo di acqua dolce e principale causa di deforestazione mondiale.
Ma una via di uscita per fermare la perdita di biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici c’è, ed è a portata di mano: in base alle proiezioni dell’ultimo Living Planet Report, maggiori sforzi in conservazione della natura combinati a cambiamenti radicali nei nostri modelli di produzione e di consumo, possiamo ancora vincere la sfida del nostro futuro sul pianeta, come richiamato da oltre 75 scienziati della comunità scientifica WWF nel “Manifesto per una transizione ecologica autentica”.
Allora perché non cogliere l’occasione del Black Friday per iniziare a fare qualcosa in prima persona?
Innanzitutto, evitando consumi inutili e orientando le nostre scelte verso prodotti durevoli e a a basso impatto ambientale. In secondo luogo, in attesa che le istituzioni globali mettano in campo quanto dichiarato alla COP 26 di Glasgow ponendo definitivamente fine ai sussidi ambientalmente dannosi, prendiamoci i qualche minuto per verificare che il nostro contratto di fornitura di energia elettrica sia derivato al 100% da energie rinnovabili (e in caso contrario, cambiandolo prontamente, contenendo così anche i rincari legati all’aumento dei costi del gas).
Infine, verifichiamo che i propri risparmi siano investiti in prodotti sostenibili e rispettosi della natura e delle persone e, ultimo ma non meno importante, che la nostra spesa alimentare sia sempre più orientata a prodotti sani, biologici e del territorio.
In apparenza piccole cose che però, moltiplicate per milioni di persone con una crescente sensibilità ambientale, stimoleranno cambiamenti significativi anche nei modelli produttivi, e insieme a rinnovati sforzi di conservazione della natura ci consentiranno di evitare un futuro nero per l’umanità, per costruirne uno davvero green a tutto vantaggio del benessere nostro, delle nostre società e delle nostre economie, che dalla natura dipendono. Pronti per il Green Friday?