L’Italia deve sostenere le conclusioni del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura europea

13 Associazioni chiedono al Ministro Lollobrigida di sostenere l’intero contenuto del Rapporto conclusivo del Dialogo Strategico sull’Agricoltura europea che sarà discusso nel prossimo Consiglio europeo AgriFish del 21- 22 ottobre

In vista della prossima riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca del 21-22 ottobre, durante la quale gli Stati membri dell’Unione europea  si esprimeranno sul futuro dell’agricoltura europea e sulla PAC post-2027, come delineato dal Rapporto sull’esito del Dialogo strategico presentato dalla Presidente Ursula Von der Leyen, 13 Associazioni nazionali chiedono al Ministro Francesco Lollobrigida l’impegno dell’Italia a sostenere l’intero contenuto del Rapporto “Una prospettiva condivisa per l’agricoltura e l’alimentazione in Europa”, risultato di  un ampio dibattito che ha visto coinvolti Associazioni agricole, gruppi di consumatori, attori industriali e le organizzazioni della società civile.  Risultato reso possibile dal “Dialogo strategico”: il libero confronto di diversi portatori di interesse che ha portato a  concordare sulla necessità di superare modelli e processi delle produzioni agroalimentari ormai ritenuti non più sostenibili.

Le 13 Associazioni, nella loro lettera al Ministro, hanno sottolineato in particolare alcuni contenuti del Rapporto che ritengono indispensabili per delineare un futuro realmente sostenibile per l’agricoltura europea.

Il Rapporto contiene numerose raccomandazioni riguardanti tutti gli ambiti dei settori agroalimentari e indica un percorso per riconciliare le dimensioni sociale, ambientale, economica della sostenibilità.  Propone soluzioni per rispondere adeguatamente alle difficoltà che molti agricoltori stanno affrontando e alle gravi minacce derivanti dagli eventi metereologici estremi dovuti al cambiamento climatico, che mettono a rischio la sicurezza e la resilienza del settore agroalimentare, senza trascurare la necessità di governare l’impatto ambientale provocato da modelli intensivi di produzione agricola.

Il Rapporto evidenzia la necessità di riformare la Politica Agricola Comune post 2027 sottolineando che il sostegno al reddito delle aziende agricole debba essere destinato solo “agli agricoltori attivi che ne hanno più bisogno”, riconoscendo, allo stesso tempo, il bisogno di “incrementare sostanzialmente i finanziamenti” per pratiche agricole favorevoli all’ambiente e di assicurare che gli agricoltori che praticano modelli di produzione  benefici per la natura ed il clima siano adeguatamente ricompensati.

Il Rapporto chiede inoltre il mantenimento e il rafforzamento della legislazione ambientale dell’Unione Europea, citando esplicitamente le Direttive Uccelli ed Habitat, la Direttiva Nitrati, la Direttiva Acque, Il Regolamento sul ripristino della natura e la Legge sul clima. In particolare, il Rapporto evidenzia la necessità “di stabilire un fondo per il ripristino della natura (esterno alla PAC), adeguatamente finanziato, per sostenere tutti i soggetti gestori del territorio, compresi gli agricoltori e i privati cittadini, al fine di ripristinare e gestire gli habitat naturali a livello di paesaggio”, una richiesta che anche il nostro Paese ha sostenuto durante il controverso dibattito che ha preceduto l’approvazione del Regolamento sul ripristino della natura, entrato in vigore lo scorso 18 agosto.

Il Rapporto propone inoltre di definire “un equilibrio sostenibile tra proteine di origine vegetale e proteine di origine animale a livello di popolazione europea” e che “è cruciale sostenere un bilanciamento orientato a scelte verso gli alimenti vegetali e aiutare i consumatori ad affrontare la transizione alimentare”. Questo comporta la necessità di “adottare politiche di orientamento della domanda da parte degli Stati membri che indirizzino l’intero settore a creare un contesto del mercato alimentare dove una dieta bilanciata, sana e sostenibile sia disponibile, accessibile, attrattiva e compatibile con lo status economico dei cittadini”.  Questa prospettiva potrebbe generare una più significativa valorizzazione della produzione agroalimentare italiana, anche attraverso una seria revisione del nostro sistema zootecnico, così come è già avvenuto per il settore vitivinicolo, per la promozione di un minor consumo di carne e prodotti di origine animale, ma di maggior qualità, che comporta anche la determinazione di un giusto prezzo per i produttori e per i consumatori.

Le Associazioni ritengono che il metodo di lavoro adottato dalla Commissione europea possa rappresentare un esempio per definire anche a livello nazionale un percorso comune di tutti gli attori sociali ed economici del sistema agroalimentare italiano per una transizione socialmente, ambientalmente ed economicamente sostenibile.

Le 13 Associazioni che inviano questo comunicato condividono la necessità di promuovere una giusta ed equa transizione ecologica dei sistemi agroalimentari, basata sui principi dell’agroecologia. ACU, AIAB, Associazione italiana agricoltura biodinamica, AIDA, CIWF Italia Onlus, Essere Animali, Greenpeace, ISDE Medici per l’Ambiente, Lipu-BirdLife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Terra! e WWF Italia condividono la visione di una transizione ecologica dell’agricoltura italiana ed europea, che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini e l’ambiente.

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