Con i cambiamenti climatici la situazione rischia di peggiorare
Le morie di pesci sono purtroppo solo l’aspetto più evidente di quello che sta accadendo nella Laguna di Orbetello: basti pensare alla sorte degli animali che vivono sul fondo della laguna, come crostacei e molluschi. Purtroppo, dobbiamo ricordare quanto abbiamo evidenziato da anni poiché siamo di fronte ad episodi che ormai si verificano ciclicamente. L’ultimo, giunto alle cronache nazionali per l’enorme numero di pesci morti, risale al 2015, ma episodi simili ci sono stati anche negli anni ‘80 e ‘90.
L’azoto stimola la crescita della massa vegetale della laguna
Come hanno ben spiegato gli esperti, uno dei fattori principali degli episodi di ipertrofia sono le tonnellate di azoto che vengono riversati nelle acque della laguna provenendo dai fertilizzanti utilizzati nei campi agricoli e in parte anche dalle attività di acquacoltura. L’azoto stimola la crescita della massa vegetale della laguna, in particolare le alghe che poi muoiono, marciscono e provocano lo sviluppo di attività batteriche di decomposizione, con conseguente diminuzione di ossigeno e successivo sviluppo di batteri anaerobici da cui deriva la produzione di idrogeno solforato, a cui si deve il cattivo odore che, in questi giorni, in base alla direzione del vento, è percepibile in diverse aree circostanti la laguna.
Non ci sono soluzioni immediate poiché si tratta di fenomeni che, una volta innescati, sono difficilmente contrastabili nei tempi brevi. Inoltre, è facile prevedere che, con il cambiamento climatico in atto, la situazione non potrà che peggiorare.
Quello che va fatto nell’immediato, oltre a confidare che il vento e le condizioni climatiche aiutino a migliorare la situazione, è stato sottolineato più volte dagli organismi scientifici, da varie istituzioni coinvolte e dal WWF stesso:
• monitorare quanto accade raccogliendo e analizzando i dati che provengono dalle centraline multi-parametriche;
• raccogliere e smaltire correttamente le carcasse dei pesci.
Bisognerà necessariamente anche prendere in considerazione la possibilità di aprire i canali che collegano la laguna con il mare, per diminuire la massa di pesci presenti in laguna ed evitare, almeno in parte, di farli morire per anossia.
In questo momento di emergenza, l’importante è procedere insieme, senza aggiungere polemiche a una situazione già critica. Chi parla di facili soluzioni con risultati immediati, evidentemente non ha contezza della complessità di quanto sta accadendo. Ci sarà tempo per analizzare l’accaduto e valutare, da parte della comunità scientifica e della magistratura, se c’è stato qualcosa che poteva essere fatto e non è stato fatto.
Ormai è chiaro che questo è un problema con cui bisognerà convivere anche nei prossimi anni e fino a quando non si comincerà ad agire sulle cause e non solo sugli effetti, si potrà fare ben poco. Per questo il WWF ha chiesto di realizzare un’analisi del rischio per arrivare alla stesura di un protocollo condiviso che permetta di affrontare le situazioni di emergenza in modo sistematico, senza dover improvvisare e procedere a vista.
Il WWF gestisce la Riserva Naturale Laguna di Ponente di Orbetello”
Il WWF Italia gestisce la Riserva Naturale Statale “Laguna di Ponente di Orbetello” che è situata nella parte più settentrionale della laguna di ponente di Orbetello, al confine con la frazione di Albinia. Si tratta di un’area che, per il momento, non è stata interessata dai fenomeni di ipertrofia che negli ultimi giorni hanno causato la morte per anossia di migliaia di pesci, soprattutto nella laguna di levante e nella parte della laguna di ponente che bagna il centro abitato di Orbetello.