Senza progetto esecutivo e senza costi certi
Il WWF chiede al parlamento di attivarsi per garantire il rispetto dei principi di prevenzione, trasparenza e sicurezza
Oggi il WWF Italia, a seguito dell’audizione sul disegno di legge recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico (conversione in legge del decreto-legge 89/2024), ha depositato le proprie osservazioni sulle disposizioni riguardanti l’operatività della società concessionaria denominata “Stretto di Messina”.
Il WWF Italia ha evidenziato come l’unica chiarezza che emerge dal testo normativo in discussione sia la totale incertezza sulla realizzabilità dell’opera del Ponte sullo Stretto di Messina (incertezza sul progetto, sulla stima dei costi lievitati nel corso degli anni e mai effettivamente chiariti, sui tempi di realizzazione, incertezza del processo autorizzativo attualmente condizionato da una procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale ancora in corso e che ha già evidenziato numerose problematicità). Se così non fosse non ci sarebbe, infatti, l’esigenza di autorizzare per legge costi aggiuntivi, che evidentemente non sono stati considerati, e persino la cantierabilità dell’opera per parti separate.
Di fatto con questo decreto-legge, il Governo vuole consentire alla Società Stretto di Messina di avviare la fase realizzativa dell’opera senza progettazione esecutiva, autorizzandola in modo frammentario sulla base delle “fasi costruttive”. Un escamotage per procedere senza un progetto esecutivo completo e senza alcuna certezza sui costi che questo comporterà.
Con questo provvedimento – che non presenta neppure i requisiti della necessità e urgenza – il Governo vuole inoltre consentire deroghe rispetto alle azioni che dovrebbero trovare il loro fondamento nei principi di prevenzione, precauzione, sostenibilità e trasparenza dell’azione amministrativa.
In termini di sicurezza ed efficienza della spesa pubblica, va ricordato che nelle carte progettuali del Ponte presentate per la VIA è stato dichiarato che, prima di passare alla fase esecutiva del progetto, devono essere eseguite “prove di fatica” sia sui cavi principali che sui relativi elementi di appoggio. Sul punto sarebbe opportuno che il Parlamento prendesse visione delle osservazioni presentate in sede di procedura VIA che hanno documentato come ad oggi non esistano “macchinari” idonei per tali test e come i tempi necessari per eseguirli siano del tutto incompatibili con quelli dichiarati dal Governo e dal progettista.
Così proseguendo, si sovvertono i principi ispiratori della progettazione che deve assicurare il soddisfacimento dei bisogni della collettività e la qualità tecnico-funzionale e di contesto dell’opera, la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e dei beni culturali e paesaggistici, nonché il rispetto dei vincoli idrogeologici e sismici e degli altri vincoli esistenti, la compatibilità con le presenze archeologiche, la compatibilità geologica, geomorfologica, idrogeologica dell’opera.
Il WWF Italia si appella ancora una volta al Parlamento affinché intervenga per garantire il rispetto dei principi fondamentali della Repubblica e della tutela e sicurezza dei cittadini, oltre che la certezza dei conti pubblici.