Così si ostacola la partecipazione del pubblico
Lo scopo di chi ha aperto ieri sera la procedura di VIA sul ponte sullo Stretto di Messina (termine per le Osservazioni il 13 aprile) è inibire la partecipazione del pubblico interessato (associazioni, comitati e singoli cittadini), condizionare l’iter autorizzativo, forzare la mano ai Comuni per dare l’ok ad una maxiopera ad elevatissimo impatto economico, sociale e ambientale, che ancora manca di analisi essenziali. Riguardanti, come abbiamo visto nei giorni scorsi, il rischio terremoti e la ventosità dell’area, sottolinea il WWF Italia.
Quattro i nodi e, in sintesi, ciò che viene contestato dal WWF:
- a) la VIA doveva essere fatta da capo su tutta la documentazione, visto che sono passati più di 5 anni senza che l’opera sia stata realizzata dopo il Parere del 2013 della Commissione VIA;
- b) si fa ancora riferimento alle procedure accelerate e semplificate della legge Obiettivo (legge 443/2001) quando la legge 443/2001 è stata abrogata per le parti legate alla procedura nel 2016 (Codice degli appalti 2016) e il suo decreto attuativo (DL n. 190/2002 è stato interamente abrogato nel 2006 (Codice appalti 2006);
- c) si dimezzano i tempi (da 60 a 30 giorni) per la redazione e presentazione delle osservazioni da parte del pubblico nell’ambito della VIA, facendo un riferimento strumentale alle procedure PNRR-PNIEC. I cittadini saranno costretti ad esaminare nell’arco di un mese decine di migliaia di pagine di documenti.
- d) i Comuni, partecipanti alla Conferenza di Servizi, che si concluderà in 90 giorni, potranno proporre solo richieste di adeguamento, di prescrizioni o varianti migliorative del progetto che non modifichino le localizzazioni e le caratteristiche essenziali delle opere.
Il WWF ha costituito insieme ad altre associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu) e comitati (Invece del Ponte) un gruppo di lavoro di oltre 40 esperti per inviare le proprie osservazioni sul progetto sottoposto a VIA. “”È inaccettabile – sottolinea il WWF – che si pongano dei limiti alla partecipazione del pubblico alla VIA su un’opera dagli impatti così devastanti per l’ambiente e le tasche dei cittadini: il costo stimato del ponte varia dagli 11,6 ai 14,6 miliardi di euro. Per questa ragione siamo pronti ad adire tutte le sedi, anche quelle giudiziarie”.