WWF: un buon inizio ma alcune lacune vanno colmate
Oggi la Commissione Europea ha presentato la proposta di legge per minimizzare l’impatto dei consumi UE sulle foreste del pianeta. Questa legge potrebbe ridurre significativamente l’impronta ecologica del commercio internazionale creando nuovi standard per alcune materie prime e prodotti che vengono immessi nel mercato europeo dimostrando che questi non sono causa di deforestazione, però non è ancora idonea allo scopo di alcuni aspetti importanti.
“Essendo la più grande area commerciale al mondo, l’UE ha la responsabilità di fermare la distruzione della natura causata dai suoi consumi. Con questa proposta di legge, la Commissione Europea crea le basi per fare dell’UE la prima regione che riconosce il suo peso nella deforestazione globale”, dice Ester Asin, Direttrice del WWF’s European Policy Officer. “Questa legge era una solenne promessa formulata nell’ambito del Green Deal europeo, ed è uno dei pilastri dell’azione globale nei confronti del clima e della biodiversità, quindi è fondamentale che il livello di ambizione venga mantenuto alto e rafforzato dalle altre istituzioni”.
Il testo di legge include elementi forti, come quello di richiedere che tutti i prodotti che entrano nel mercato UE siano sostenibili (quindi non solo causa di deforestazione o degrado di foreste) oltre a essere legali secondo le regole del paese produttore. Inoltre, il testo richiede che tutti i prodotti risultino tracciabili a ritroso fino alle loro origini. La proposta prevede anche robuste misure per applicare la legislazione dei paesi dell’UE, comprese le sanzioni che devono essere proporzionali al prezzo del danno ambientale causato, e chiare indicazioni agli stati membri di come effettuare verifiche e controlli.
Tuttavia, la proposta di legge contiene delle lacune che riducono la possibilità dell’UE di tenere fuori del tutto dai suoi mercati la distruzione della natura. In particolare, il WWF ha sottolineato come altri ecosistemi oltre alle foreste dovrebbero essere considerati nella portata di questa legge, cosa che al momento non avviene. Inoltre, imprese che commercializzano con paesi a “basso rischio” non hanno l’obbligo di effettuare una valutazione del rischio, il che rischia di distorcere il mercato e di creare situazioni di competizione sleale. Ugualmente, i diritti umani sono al momento considerati troppo poco nella proposta di legge attuale, non proteggendo così adeguatamente i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali.
Anke Schulmeister-Oldenhove, Senior Forest Policy Officer al WWF’s European Policy Office dice: “1.2 milioni di cittadini hanno chiesto una legge che elimini il rischio di deforestazione dalla loro spesa una volta per tutte. Con questa proposta, la Commissione mostra che la richiesta è stata ascoltata – ma non completamente. Purtroppo ci sono ancora alcune scappatoie importanti, che consentirebbero a prodotti legati alla distruzione della natura di entrare nei mercati UE. Tocca ora al Parlamento Europeo e agli Stati membri alzare l’asticella per fare una legge più forte per minimizzare davvero l’impronta ecologica dell’UE – e per ispirare il mondo a fare lo stesso.”
Secondo un recente studio, l’espansione delle attività agricole e zootecniche sarebbe responsabile di circa il 90% della deforestazione globale, con un impatto decisamente più significativo rispetto a quanto stimato fino ad ora. Solo la UE è responsabile del 16% della deforestazione tropicale legata al commercio internazionale di materie prime come la soia, l’olio di palma e la carne. L’intervento della UE per ridurre la propria impronta deve essere perciò all’altezza del problema.
Per far sì che la nuova norma contrasti efficacemente la deforestazione globale e riduca l’impronta ecologica dell’UE [1], essa deve:
- Proteggere sia le foreste che gli altri sistemi naturali fin dall’inizio: la Commissione propone di valutare l’inclusione di altri ecosistemi naturali (come praterie e zone umide) dopo la prima revisione della legge, ovvero due anni dopo l’entrata in vigore. È troppo tardi: questi ecosistemi vengono persi a una velocità allarmante. In poco più di un anno sono stati distrutti ad esempio più di 5,075 km2 di savana brasiliana del Cerrado (circa tre volte la superficie di Londra), il più grande fornitore di soia all’UE.
- Imporre le stesse regole a tutte le imprese: una delle maggiori carenze della Proposta è l’esenzione per le imprese che si riforniscono da Paesi classificati a “basso rischio” dal realizzare i controlli sulla estraneità dei prodotti da acquistare alla deforestazione o al degrado forestale. Ciò provoca una falla in quanto anche prodotti ad alto rischio potrebbero transitare attraverso Paesi a basso rischio. La categoria a “basso rischio” deve perciò essere rimossa. Inoltre, la stessa regola dovrebbe essere applicata a tutte le imprese per assicurare corrette condizioni competitive sul mercato.
- Includere i diritti umani: la proposta di legge considera i diritti umani solo parzialmente, senza evitare totalmente che prodotti legati alla violazione dei diritti umani possano essere immessi sul mercato dell’UE. Oggigiorno, comunità locali e popolazioni indigene vengono sfrattare dalle loro terre e devono affrontare violenze in costante aumento a causa dell’espansione dell’’agricoltura. La legge dovrebbe fare riferimento agli standard dei Diritti Umani Internazionali.
- Comprendere tutti i prodotti e materie prime che rischiano di essere collegati alla distruzione della natura: la proposta di legge trascura la gomma e il mais, pretendendo che questi siano solamente causa di una piccola fetta di deforestazione globale, nonostante siano in realtà tra i 10 prodotti importati in UE legati alla distruzione della natura. La decisione di includere materie prime – ma anche prodotti trasformati (es. le tavolette di cioccolata) – dovrebbe essere basata su criteri scientifici ed obiettivi. Inoltre, mancano all’appello prodotti derivati del legno (es. la carta stampata), come chiesto dal WWF per lungo tempo
[1] Questi sono alcuni punti critici degli 8 elementi chiave che il WWF ritiene debbano essere inclusi nella Legge per affrontare a 360 gradi a deforestazione e la distruzione della natura causata dall’UE.