Per tutelare l’ambiente e la nostra salute
La cancellazione degli obiettivi di riduzione dei gas climalteranti in agricoltura e il ritiro del Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi da parte della Commissione europea costituiscono un grave colpo alle Strategie del Green Deal e alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini
I piani dell’Unione europea per ridurre le emissioni dei gas prodotti dall’agricoltura (che contribuiscono pesantemente al cambiamento climatico) e per dimezzare l’uso e il rischio dei pesticidi e proteggere la nostra salute e gli ecosistemi più sensibili, sono stati sacrificati per dare una risposta retorica alle proteste degli agricoltori.
La Strategia Farm to Fork del Green Deal, insieme alla Strategia Biodiversità 2030, affrontava, per la prima volta in modo sistemico, il tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dalla produzione in campo fino al consumo e allo spreco degli alimenti, responsabilizzando sia gli agricoltori sia i comuni cittadini. La sola agricoltura a livello globale contribuisce al 22% delle emissioni dei gas climalteranti, il 9% a livello di Unione europea e il 7% a livello italiano, ma se calcoliamo tutte le emissioni dell’intera filiera agro-alimentare il contributo stimato a livello globale può arrivare al 37%. In Europa e in Italia, l’agricoltura è la principale causa di perdita degli habitat naturali e delle specie selvatiche. La distruzione di habitat e specie mette in crisi la stessa produzione agricola: negli ultimi 30 anni abbiamo perso il 70% della biomassa di insetti volatori, la maggior parte impollinatori, che garantiscono l’80% della produzione agricola. In Italia nel 2021 sono stati venduti oltre 50 milioni di kg di sostanze chimiche per l’agricoltura, e, il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa, dopo Spagna e Francia, per vendita di prodotti fitosanitari.
La proposta di Regolamento per l’utilizzo sostenibile dei fitofarmaci (SUR) era stata presentata il 22 giugno del 2021 dalla Commissione europea e conteneva al suo interno obiettivi di riduzione dell’uso dei pesticidi legalmente vincolanti per gli Stati membri. Dopo quasi due decenni di tentativi falliti di ridurre l’uso di sostanze chimiche di sintesi in agricoltura e dopo le iniziative dei cittadini europei culminate nella raccolta di 1,1 milioni di firme per chiedere una drastica riduzione dell’uso delle sostanze chimiche in agricoltura, questa sarebbe stata la prima proposta concreta che poteva far virare l’agricoltura europea verso una reale maggiore sostenibilità, con ricadute positive sulla salute dei cittadini (ad iniziare da quella degli agricoltori) e la tutela della natura. Il ritiro della proposta di Regolamento da parte della Commissione europea arriva dopo la bocciatura da parte del Parlamento europeo, accogliendo così le richieste delle Associazioni agricole che purtroppo coincidono sempre più con quelle e dell’industria dell’agrochimica e sempre meno dei piccoli e medi produttori.
Nonostante il nostro Paese stia già dimostrando di poter essere un esempio virtuoso in Europa nella riduzione dell’uso dei pesticidi, grazie alle sempre più numerose aziende che scelgono l’agricoltura biologica (il 17,4% della Superficie Agricola Utilizzata condotta con metodo biologico contro il 9% della media europea), hanno prevalso ancora una volta gli interessi economici delle potenti corporazioni agricole e dell’industria dei pesticidi.
“Gli attuali giochi politici per abbandonare gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo non garantiranno la sicurezza alimentare indicata come pretesto per dilazionare i tempi della transizione ecologica della nostra agricoltura , ma rischiano invece di causare un peggioramento delle crisi ambientali”, dichiara Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “Gli effetti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità stanno già causando impatti devastanti sui raccolti e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. La finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile sul nostro Pianeta attraverso un’azione decisa e mirata si sta chiudendo rapidamente. Rinunciando oggi ad avviare la necessaria trasformazione dei nostri sistemi agro-alimentari, come era bene delineato nelle Strategie del Green Deal, Farm to Fork e Biodiversità 2030, la situazione peggiorerà notevolmente. Rinviare oltre il 2024 l’attuazione concreta di queste strategie per la riduzione delle emissioni dei gas clima alteranti, dell’uso dei pesticidi in agricoltura e rinunciare al ripristino della natura nelle aree agricole è un errore imperdonabile da parte dei decisori politici europei e nazionali che mette a rischio l’ambiente e la salute di tutti”.