Lo invitiamo a documentarsi e siamo pronti ad un confronto pubblico
“Le parole del vicepremier Salvini sono avvilenti, inaccettabili e la dicono lunga su quanta strada rimanga ancora da percorrere per avere anche in Italia una classe politica capace di misurarsi con la sfida centrale di questi decenni: il cambiamento climatico. Se invece di affidarsi a luoghi comuni e adottare la strategia delle lobby del petrolio per rimandare l’uscita dalle fonti fossili si documentasse basandosi su dati scientifici, Salvini saprebbe che davanti a lui non c’è allarmismo vuoto ma una serie di proposte e soluzioni praticate e praticabili per contrastare l’emergenza climatica”.
Questo il commento del WWF Italia a quanto pronunciato nel suo intervento all’Assemblea di Confagricoltura dal leader della Lega Matteo Salvini.
La Cina e l’Italia, confronto impossibile
Salvini rivendica che l’Italia sarebbe responsabile di gas climalteranti per lo 0,7% a fronte del 30% della Cina, dimenticando però di dire che la Cina ha una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti a fronte di meno di 60 milioni di italiani, che tanta parte dei prodotti consumati in Italia vengono prodotti anche in altri Paesi (compresa la Cina) per cui la responsabilità dei cicli di produzione andrebbero ripartiti e che il cambiamento climatico di oggi è anche frutto dei gas serra liberati in passato soprattutto da Europa e USA.
In Cina le emissioni di CO2 sono date in diminuzione nel 2024 e potrebbero poi declinare in modo “strutturale”, grazie alla crescita record delle energie rinnovabili, trainate dal fotovoltaico e dall’eolico, riducendo l’apporto dei combustibili fossili. In sostanza, per la prima volta nella storia cinese, l’espansione delle rinnovabili potrebbe eccedere l’incremento medio annuale della domanda totale di elettricità.
In Italia emissioni di gas serra in aumento
Nel solo 2023, si stima che la Cina realizzerà 210 GW di nuovo fotovoltaico (più dei 150 GW previsti da Rystad Energy) superando così 500 GW di potenza FV cumulativa; oltre a 65 GW di eolico, 3 GW di nucleare e 7 GW di idroelettrico, per un totale di 284 GW di impianti a basse emissioni di CO2 e una produzione stimata pari a 423 TWh/anno (equivalente all’intero consumo elettrico della Francia).
In Italia le emissioni di gas serra in un anno (2020-2021) sono aumentate dell’8.5% dopo la battuta d’arresto dovuta al periodo pandemico. Responsabili di circa la metà delle emissioni i settori della produzione di energia e dei trasporti. Nel 2022 l’ISPRA stima un aumento dello 0,9% rispetto al 2021.
Oltretutto, questa politica di rinviare costantemente le scelte in ambito energetico espone l’Italia ad una dipendenza da Paesi governati da regimi totalitari e fa perdere al settore industriale occasioni di sviluppo in settori in forte crescita.
Secondo l’OMS a livello europeo, le morti premature legate al cambiamento climatico nel 2022 hanno superato le 15.000. Quanti altri morti servono per comprendere che il Green Deal è l’ancora di salvezza per la nostra salute, oltre che per la nostra economia?
Dall’agricoltura un quarto delle emissioni
L’agricoltura, poi, rappresenta circa un quarto delle emissioni antropiche totali: all’interno del comparto agricolo, il settore zootecnico è responsabile di circa il 60% di tutte le emissioni dirette a livello globale: sarebbe opportuno che il governo si interrogasse su come ridurne l’impatto.
Il WWF invita Salvini a documentarsi per scoprire che i numeri che arrivano dal mondo ambientalista non solo sono corretti, ma descrivono una situazione drammatica. In ogni caso sarebbe veramente interessante se il ministro accettasse un incontro pubblico che parta proprio dall’analisi e dal confronto di numeri e dati.