I dati del nuovo censimento nell’areale storico
Il 29 maggio si festeggerà l’Otter Day, Giornata Mondiale della Lontra (Lutra lutra) dedicata ad una delle specie più rare e a rischio della fauna europea e per celebrarla sono stati diffusi i dati definitivi dell’ultima ricerca svolta nel nostro Paese grazie al Progetto Lontra, promosso e finanziato dal WWF Italia in collaborazione con l’Università del Molise nella persona di Anna Loy, una delle massime esperte mondiali sulla specie, con il patrocinio dell’IUCN – Species Survival Commission e Otter Specialist Group, e del Gruppo Lontra Italia.
Il report “La lontra in Italia, un nuovo censimento nell’areale storico” è stato presentato venerdì 24 maggio alla Sala dei Lecci nel Bioparco di Roma.
A distanza di 40 anni dal censimento nazionale coordinato dall’Associazione WWF Italia e svolto dalla primavera del 1984 all’autunno del 1985, su incarico dell’allora Ministero dell’Agricoltura, si ha un quadro più aggiornato di questa specie, già a rischio d’estinzione dopo la metà degli anni ’70 del Novecento e ancora oggi considerata a rischio.
Questo nuovo Progetto, da considerarsi in continuità con il monitoraggio degli anni’80, ha come obiettivo quello di verificare se ci fossero novità rispetto alla mappa di distribuzione di allora nelle regioni al di fuori dell’areale noto della specie e di confermare le segnalazioni giunte negli anni successivi. In particolare, lo studio ha riguardato quei territori dove la
specie era data per estinta o comunque con rari e isolati casi di presenza.
Il Progetto ha avuto come partner scientifico l’Università del Molise, nella persona di Anna Loy, esperta di lontre e Co-Chair dell’Otter Specialist Group dell’IUCN. Le attività sul campo si sono concentrate in 12 regioni dell’Italia centro – settentrionale, dove storicamente la specie ha subito il maggiore declino. Per ogni regione è stato individuato un referente, il quale ha coordinato le attività di censimento, coinvolgendo anche altri operatori. Oltre a ricercatori esperti della specie o di fauna selvatica in genere, hanno contribuito alle attività anche collaboratori di altri organismi, come il Corpo Forestale del Friuli – Venezia Giulia, guardiaparco di aree protette e volontari.