Programma per un primo stralcio di interventi
La “Strategia dell’Unione Europea per la biodiversità entro il 2030” si pone l’ambizioso obiettivo di redigere un piano di ripristino della natura per “migliorare lo stato di salute delle zone protette esistenti e nuove e riportare una natura variegata e resiliente in tutti i paesaggi e gli ecosistemi. Per far ciò occorre ridurre le pressioni sugli habitat e le specie e assicurare che gli ecosistemi siano sempre usati in modo sostenibile. Occorre anche sostenere il risanamento della natura, limitare l’impermeabilizzazione del suolo e l’espansione urbana”. La sfida lanciata dalla Commissione Europea con l’European Green Deal e con la Strategia Europea per la Biodiversità è grande e presuppone un altrettanto grande impegno per mettere a sistema tutte le risorse disponibili.
Il Po è una delle 6 aree vaste prioritarie
La proposta per la rinaturazione del Po, avanzata da WWF Italia e ANEPLA (Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei Affini) di Confindustria, risponde alle risoluzioni approvate dal Parlamento il 13 ottobre 2020.
Il Po è una delle 6 di “aree vaste prioritarie per la connessione ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici”, individuate dal WWF, dove avviare un’azione diffusa di ripristino ambientale in Italia e rappresenta un primo stralcio per la più vasta e importante azione di restoration ecology e adattamento nel nostro Paese.
Iniziare dal Po è doveroso e prioritario perché è il più grande fiume italiano, che attraversa l’area economicamente più importante del Paese ed è ormai insostenibile l’effetto dei cambiamenti climatici che alternano alluvioni eccezionali ad altrettanti straordinari periodi di siccità.