Nei prossimi 3 anni possiamo avere 60 GW di rinnovabili, 80.000 nuovi posti di lavoro, un risparmio di 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno
L’escape room dalle guerre e dalle crisi è investire nelle rinnovabili. Gas, petrolio e carbone, insieme alla crisi climatica, provocano conflitti, oltre a costare di più: oltre 60$/MWh per il carbone e 130 per il nucleare, meno di 40 per il fotovoltaico
Acqua, terra e, negli ultimi decenni, anche i combustibili fossili sono stati sempre più spesso causa, occasione o finalità di conflitti armati o di vere e proprie guerre. Ben 434 dispute e conflitti dal 2010 ad oggi sono state scatenati per l’acqua (in particolare in Medio Oriente, India, Pakistan, Corno d’Africa e Africa Centrale), molti altri recenti hanno invece avuto chiare connessioni, dirette o indirette, con i combustibili fossili (guerre in Iraq e Iran, guerra del Golfo). La stessa tragedia ucraina, non solo quella delle ultime settimane, mostra evidenti connessioni con la questione energetica oltre che sul controllo delle rotte del gas proveniente dalla Russia.
Attuare una transizione veloce verso le energie rinnovabili significa investire sulla pace come argomenta l’analisi del WWF Italia “Rinnovabili, energie per la pace” che prova a rispondere alle domande più comuni su transizione e crisi energetica, rivelando che la prospettiva del 100% rinnovabile è realmente una concreta soluzione allo scenario di crisi e di aumento vertiginoso dei prezzi dei carburanti come quello attuale.