L’impatto dell’attività venatoria sulla fauna selvatica deve essere suddiviso secondo due componenti: l’impatto della caccia legale e quello del bracconaggio.
A volte il confine non è così netto se includiamo nell’atto di bracconaggio qualsiasi uccisione di un animale che avviene fuori dalle norme, dal periodo e con mezzi non permessi.
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7000specie a rischio di estinzione per il bracconaggio al mondo
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8mlndi esemplari di fauna protetta uccisa in Italia ogni anno
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27le aree critiche per il bracconaggio in Italia
Overview
La caccia ha visto diminuire, nel corso degli ultimi anni i suoi adepti per tutta una serie di motivi, dalla diminuzione delle prede all’aumento delle tasse per l’esercizio venatorio.
Lo scarso controllo sul territorio non permette di valutare l’esatto impatto in termini di individui uccisi, tuttavia è già paradossale osservare che la Legge n. 157/92 sul prelievo venatorio e i calendari regionali, fissano un prelievo autorizzato in un numero di capi ben più elevato della fauna presente sul nostro territorio nazionale!
Infatti se si moltiplica il numero dei cacciatori per i carnieri per il numero di giorni di caccia nelle varie regioni, si raggiunge l’incredibile cifra di oltre un miliardo e mezzo di individui abbattibili legalmente. Questo appare ancora più grottesco se si pensa che la stima delle popolazioni di tutte le specie cacciabili in Europa è di circa 3,5 miliardi di individui.
Un impatto ancora più devastante è rappresentato dal fenomeno del bracconaggio. Determinare con precisione e accuratezza l’impatto sulle specie selvatiche è estremamente arduo, ma i dati oggettivi disponibili evidenziano che il prelievo da parte di questa attività illegale è estremamente preoccupante, soprattutto in alcune aree del mondo e dell’Italia come le valli bresciane, il sud della Sardegna, lo Stretto di Messina e alcune piccole isole tirreniche.
Cosa fa il WWF
Siamo impegnati nella lotta al bracconaggio da sempre attraverso il contrasto di questa attività illegale con il nostro Nucleo di Guardie Volontarie Venatorie presenti in tutte le regioni italiane. Oltre ai controlli nel periodo di attività venatoria, organizziamo delle specifiche attività volte a contrastare il bracconaggio, in particolare la cattura di piccoli uccelli con trappole e reti nelle Valli bresciane e nelle isole tirreniche come Ponza.
Il nostro ufficio legale e il nucleo delle Guardie WWF svolge anche una capillare azione contro quei calendari venatori regionali che regolarmente tentano di aumentare il numero delle specie cacciabili o estendere il periodo di caccia.
Un’azione di contrasto dell’attività venatoria e bracconaggio è svolta in collaborazione con molte altre associazioni ambientaliste e animaliste per mettere in campo azioni di carattere istituzionale e legislativo sia a livello nazionale, sia comunitario. La lotta al bracconaggio avviene anche in molte aree del mondo nei progetti di conservazione in Asia e in Africa
Cosa puoi fare tu
Il ruolo di ogni cittadino deve essere in primo luogo volto a non alimentare il mercato illegale di animali selvatici che vengono proposti da alcuni ristoranti nei piatti cosiddetti “tradizionali”.
In alcune regioni del Nord Italia è diffusa ancora la “polenta e osei” preparata con piccoli passeriformi che provengono dalla cattura con reti e trappole e in altri casi da mercati esteri dove le regole e i controlli sono più blandi. Lo stesso vale per la carne di ungulato come quella di cervo, capriolo e cinghiale che è proposta ai ristoranti senza traccia dell’origine con grave danno alla fauna selvatica e in alcuni casi anche della salute pubblica.
Puoi sostenere il nostro impegno contro la caccia e il bracconaggio anche partecipando alle attività organizzate a livello regionale oppure, dopo la necessaria formazioni e preparazione, al Nucleo di guardie volontarie venatorie dell’Associazione.
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Informati
Scopri Zero Poaching il nostro progetto dedicato alla lotta al bracconaggio.
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Attivati
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Adotta ora
Adotta ora una specie e aiutaci a contrastare il bracconaggio.