Il re dell’artico
Il 2023 è l’anno del 50esimo anniversario dell’Agreement on the Conservation of Polar Bears, firmato nel 1973. Un momento cruciale in cui i cinque paesi che ospitano gli areali più estesi dell’orso polare hanno riconosciuto l’importanza di questo affascinante animale e hanno deciso di coordinare gli sforzi.
Come WWF ci siamo battuti per difendere il suo habitat, come nel Mare di Barents, invaso da industrie che estraggono gas e petrolio, abbiamo promosso l’istituzione e la gestione di aree protette come la Riserva dell’Isola di Vaigach e abbiamo sostenuto la ricerca scientifica come nelle Isole Svalbard.
Il passato della conservazione dell’Orso Polare è stato scritto, ed è pieno di attività e progetti che abbiamo implementato per proteggere questo animale ed il suo habitat. Il presente e il futuro, tuttavia, nascondono una minaccia molto più grande: il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico costituisce la minaccia principale a lungo termine per gli orsi polari ed il loro habitat: riduce l’estensione e lo spessore delle formazioni nevosi perenni e la durata e spessore del formazioni nevose stagionali. Questo limiterà i loro spostamenti, con pericolo soprattutto per le femmine incinte, rende più insicuri i loro rifugi e riduce l’accesso alle fonti alimentari.
Il cambiamento climatico lega il destino degli orsi polari al nostro stesso destino.
Per approfondire il tema del cambiamento climatico, le ripercussioni sugli orsi polari e scoprire i nostri progetti abbiamo redatto un documento per te, che puoi scaricare qui.
Il webinar
Rivivi le tematiche affrontate nel nostro webinar dedicato a te lo scorso 23 febbraio. Un modo per ringraziarti del sostegno, che ci ha permesso di portare avanti attività a tutela della Natura del nostro Paese.
Il gigante fragile delle foreste africane
C’è un’emergenza che ha un peso notevole sulle sorti del pianeta e del nostro futuro, un peso importante come quello dei suoi protagonisti, o meglio, delle sue vittime dirette: gli Elefanti africani.
Esistono due specie di Elefante africano: il più celebre Elefante di savana e il meno conosciuto, timido, schivo e di dimensioni più ridotte, Elefante di foresta (Loxodonta cyclotis). Quest’ultimo è inserito tra le specie in “pericolo critico”, con elevato rischio di estinzione a breve termine. Negli ultimi 20 anni la popolazione di questo prezioso pachiderma è passata dai 270.000 esemplari dell’inizio del secolo in corso ai 75.000 di oggi.
Una cosa è purtroppo rimasta invariata nel tempo, la causa principale del declino di entrambe le specie: il bracconaggio. si stima che ogni anno vengano ancora uccisi circa 20.000 Elefanti… 1 ogni 25 minuti!
Perdere gli elefanti di foresta vorrebbe dire rinunciare ad un animale che immagazzina nell’arco della sua vita una quantità di carbonio pari a $1.5 milioni; una specie dalla quale dipende l’equilibrio di un ecosistema con un elevatissimo grado di biodiversità, la seconda più grande foresta tropicale dopo quella dell’Amazzonia: la foresta del Bacino del Congo.
Per questo il WWF vuole aumentare gli sforzi, ampliare lo spettro di attività e rafforzare la presenza nel Bacino del Congo, per invertire la rotta dell’Elefante di foresta. Per fare questo ha bisogno di te.
Per conoscere questo meraviglioso animale e le attività che abbiamo in piano per tutelarlo leggi questo documento che abbiamo redatto per te, che puoi scaricare qui.
La tavola rotonda con i nostri esperti internazionali.
Il WWF è un grande network internazionale. Per questo abbiamo potuto radunare due fra i maggiori esperti di conservazione dell’elefante di Foresta e li abbiamo messi a disposizione di sostenitori appassionati e dedicati come te. Per rivivere le tematiche affrontate nel webinar dello scorso 12 maggio clicca sul riquadro in basso. È un modo per dirti grazie per il tuo sostegno!
Verso il futuro della Tigre
Sono passati 12 anni da quando una delle più grandi manifestazioni di volontà politica riuscì a riunire i governi di 13 paesi e diede vita al primo Tiger Summit: un punto di svolta cruciale nella storia della conservazione della Tigre. Venne adottato il Piano Globale di Conservazione della Tigre ed oggi possiamo dire che il secolare declino del numero di tigri in natura si è invertito. Il WWF è stato un attore fondamentale, raccogliendo ed investendo più di €200 milioni, attivando 10 uffici nazionali in 50 areali storici della tigre, grazie al sostegno di persone come te.
I prossimi 12 anni, saranno ancora più sfidanti: i successi ottenuti sono fragili e non sono distribuiti in maniera uniforme in tutte le regioni. Il numero di specie è aumentato, ma l’areale ha continuato a diminuire e si è ridotto al 5% dell’areale storico. Crescono i consumi e quindi cresce la domanda di beni legati al bracconaggio della Tigre. Il Piano 2022-2024 stabilito nel 2° Tiger Summit di settembre ha tracciato la via e grazie a te, che sei WWF, continueremo a dare il supporto necessario per la sua attuazione.
Scarica la brochure e scopri tutte le attività, strategie e sinergie messe in campo in questi 12 anni e le sfide che affronteremo nei prossimi 12 – insieme – a partire da questo Natale!
Tavola rotonda con Rohit Singh
Sabato 15 ottobre si è tenuta la tavola rotonda virtuale con Rohit Singh, direttore Wildlife Enforcement del WWF e del programma internazionale Zero Poaching.
Rohit ha raccontato della sua scelta di dedicare la propria vita al contrasto del bracconaggio. Ci ha trasmesso la sua esperienza maturata sul campo e parlato del sacrificio e delle condizioni di lavoro dei ranger. Ha illustrato la grande collaborazione internazionale per la conservazione della Tigre, di cui il WWF Italia è protagonista, ed ha risposto alle domande dei partecipanti.
Rivivi questo momento – riservato a te – riguardando la registrazione della tavola rotonda.
Insieme per le foreste
Il cambiamento climatico e le foreste sono strettamente connessi: dopo gli oceani, le foreste sono a livello globale il secondo maggior serbatoio di carbonio trattenendo complessivamente ben 861 miliardi di tonnellate di carbonio. Parte della CO2 assorbita dalle foreste tramite la fotosintesi viene riemessa in atmosfera quando gli alberi vengono tagliati. Dopo la combustione dei combustibili fossili, la deforestazione rappresenta la seconda fonte umana di CO2. Negli ultimi 20 anni è stato perso ben il 10% della superficie forestale mondiale.
Questa devastante deforestazione, oltre all’impatto sul clima, è la causa della scomparsa di una ricchissima biodiversità: l’animale simbolo è il Giaguaro, il grande carnivoro ai vertici delle catene alimentari che vive nelle foreste più iconiche di tutto il Sud America, quelle che dall’Amazzonia, alla Foresta Atlantica, al Chaco, al Pantanal sono tra le regioni più toccate dalla deforestazione in tutto il mondo.
L’assenza del Giaguaro in importanti processi ecologici determina il degrado e il deterioramento delle foreste stesse che, senza giaguari, sono ecologicamente meno stabili e prone ad un veloce degrado. Le foreste per mantenere le proprie funzioni ecologiche hanno bisogno dei grandi carnivori, in primis del Giaguaro.
Solo fermando la deforestazione potremo contenere e scongiurare le più drammatiche conseguenze legate al cambiamento climatico e segnare una tappa fondamentale per la salvezza del Pianeta! So che hai a cuore il benessere delle grandi foreste e delle specie che le abitano. Per questa ragione abbiamo pensato di condividere con te il nostro report “Emergenza Foreste”, che ti permetterà di approfondire, dati alla mano, questa allarmante tematica. Scoprilo qui
I progetti realizzati insieme a te
I mesi che stiamo vivendo sono imprevedibili ed instabili, ma – insieme – siamo riusciti a portare avanti tanti progetti per la tutela della Natura nel mondo. Sono lieto di condividere un rapporto in cui troverai il resoconto delle attività che abbiamo svolto grazie al tuo sostegno.
Leggerai delle attività per l’espansione e la messa in sicurezza dell’areale dell’Orso bruno marsicano, l’orso più raro d’Europa. Leggerai dei nostri sforzi per connettere le popolazioni di Lince di tutto l’arco alpino, attraverso il ripopolamento della specie nelle alpi sud-orientali. E ancora: leggerai di un giovane volontario del WWF divenuto direttore dell’oasi di Ripa Bianca, la meraviglia e la gratitudine che prova nel suo lavoro quotidiano. Infine, scoprirai il cronoprogramma del censimento dei leoni in Tanzania, attività resa possibile grazie alla fornitura di attrezzature da parte WWF Italia.
Tu fai parte di tutto questo e nelle pagine che leggerai troverai uno spaccato di quello che stai contribuendo a portare avanti.
Il WWF siamo tutti noi.