Nel 2010 sembrava che per la tigre non vi fossero più speranze. Il disboscamento e le bonifiche avevano eliminato il 95% dell’habitat storico del felino e il bracconaggio per rifornire il commercio illegale di parti del corpo della tigre aveva portato molte popolazioni del felino sull’orlo dell’estinzione. 10 anni fa si contavano circa 3.200 tigri libere in natura: un drammatico declino rispetto al secolo precedente, quando in Asia si stimavano circa 100.000 tigri.
A novembre 2010, allarmati da questo declino e dalle terribili implicazioni che si sarebbero verificate per la biodiversità, i rappresentanti delle 13 nazioni che ospitano la tigre (Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam) si sono riuniti a San Pietroburgo per un vertice straordinario, il primo a unire governi, finanziatori – come il governo degli Stati Uniti e la Banca Mondiale – e importanti ONG come il WWF, con un unico obiettivo: salvare la tigre. Il risultato è stato l’impegno a raddoppiare il numero delle tigri selvatiche entro il 2022, il prossimo anno della tigre nel calendario lunare cinese, attraverso il progetto chiamato TX2.
La sfida è davvero ardua, ma oggi diversi segnali mostrano come il trend di declino della popolazione di tigri abbia cominciato a invertirsi, con dati e indagini che indicano come il numero di tigri libere in natura si stia avvicinando a 4.000 individui.
In occasione del World Wildfide Day, la Giornata Mondiale della fauna selvatica che si celebra martedì 3 marzo, il WWF ha scelto di raccontare 10 importanti vittorie per la salvaguardia del grande felino, ottenute proprio grazie al progetto TX2.
1) Nella provincia russa di Evreiskaya il numero di tigri è passato da zero a 20 in 7 anni, grazie a un progetto di reintroduzione.
Bella notizia per le tigri dell’Amur, protagoniste di un’importante inversione di tendenza in questa provincia dell’estremo oriente della Russia. Grazie ad un’operazione di reintroduzione avvenuta nel 2013, il numero delle tigri presenti in quell’area è passato da zero a circa venti individui. Questa popolazione è stata creata grazie agli sforzi congiunti del governo e delle organizzazioni ambientaliste, con in testa il WWF. I dati recenti dimostrano come le tigri si stiano riproducendo. Gli specialisti del WWF Russia, altre ONG e funzionari della Direzione provinciale per la Fauna e le Aree Protette hanno condotto una spedizione nei rifugi faunistici di Dichun e Zhuravliny, dove sono state liberate le tigri riabilitate, e nel bacino del fiume Pompeevka, dove si prevede venga presto istituito il Parco Nazionale Pompeevsky. Gli esperti hanno contato le tigri locali, valutato la loro distribuzione, l’età e la qualità dell’habitat.
2) Le tigri siberiane sono tornate nelle terre di confine tra la Russia e la Cina nord-orientale.
Era dagli anni ’40 che le tigri dell’Amur, o anche tigri siberiane, non si vedevano sul lato cinese del confine con la Russia. Di recente una fototrappola del WWF ha registrato le immagini di una madre e dei suoi cuccioli in terra cinese a circa 30 chilometri dal confine russo. Gli ultimi dati mostrano che la Cina accoglie oggi circa 21 tigri siberiane. Nel 2017, il Paese ha anche annunciato di voler creare un nuovo grande parco nazionale nella provincia nord-orientale dello Heilongjiang.
3) L’ India è sede di circa due terzi delle tigri selvatiche al mondo.
Di recente questo grande paese ha completato un’indagine durata un anno che ha contato circa 2.967 tigri, con dati che mostrano come numerose popolazioni di questo felino nel paese potrebbero essere stabili o in crescita. Il governo indiano è all’avanguardia negli investimenti per la conservazione delle tigri e questi sforzi stanno dando i loro frutti.
4) Il Nepal è al primo posto fra i Paesi che stanno lottando per raddoppiare il numero di tigri entro il 2022.
Sulla base degli ultimi dati dell’indagine governativa, si stima che in Nepal ci siano 235 tigri, quasi il doppio rispetto al 2009. Questo significa che lo stato è sulla buona strada per essere il primo a raddoppiare la popolazione entro il 2022.
5) Le tigri in Bhutan sono aumentate del 30%.
Grazie a un’indagine del 2015 in Bhutan è stata censita una popolazione di 103 tigri, con un aumento di quasi il 30% rispetto alla precedente stima di 75 individui. Nel Royal Manas Park, poi, l’ultimo censimento ha contato 22 felini all’inizio del 2018, 12 in più rispetto al 2010.
6) La Russia ha istituito il Bikin National Park.
Oltre ad ospitare il vertice TX2 nel 2010 e a collaborare con la Cina per la conservazione delle tigri siberiane, nel 2015 la Russia ha istituito il Parco Nazionale del Bikin: un’area protetta di circa un milione di ettari, creata per tutelare la più grande foresta mista vergine rimasta dell’emisfero boreale e che ora copre il 70% dell’habitat della tigre nell’Estremo Oriente russo.
7) Nel 2017, nel complesso forestale di Dong-Phayayen Khao, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel nord-est della Thailandia, è stata scoperta la seconda popolazione mondiale di tigri indocinesi.
I filmati realizzati attraverso camera trap installate dal governo thailandese insieme ai partner di conservazione Panthera e Freeland Foundation, hanno mostrato che almeno 18 tigri, tra cui sei cuccioli, per la prima volta in 15 anni vivono nel complesso forestale orientale.
8) Cambogia e Kazakistan stanno lavorando insieme al WWF e ad altri paesi per riportare le tigri nei loro territori.
Nel 2017, la Cambogia è stato il primo stato dell’area di distribuzione ad annunciare la perdita totale delle tigri (l’ultima era stata vista nel 2007) e a prendere l’ambizioso impegno di reintrodurle nei territori delle pianure orientali. Il Kazakistan, pur non avendo firmato il progetto TX2, ha creato una riserva di 988.100 acri con l’aiuto del WWF per riportare le tigri in Asia centrale.
9) Paradisi sicuri per le tigri.
Nel 2017, fra gli attori più importanti per la conservazione è nata la partnership Conservation Assured Tiger Standards (CA/TS) per sostenere i rifugi sicuri per le tigri. Grazie a una serie di standard e criteri dettagliati per la gestione dei paesaggi delle tigri, CA/TS offre ai soggetti interessati un modo per monitorare, valutare e confrontare i progressi degli sforzi di conservazione nelle aree protette.
10) Il Big Cat Public Safety Act per contrastare la cattività negli Stati Uniti.
Le tigri in cattività negli Stati Uniti sono circa 5.000, quasi tutte detenute da proprietari privati che in molti casi non sono né controllati né preparati a prendersene cura. Il Big Cat Public Safety Act è stato introdotto al Congresso all’inizio del 2019 e limiterà la possibilità di ospitare tigri solo in strutture come i santuari o gli zoo accreditati.
Per aiutare il WWF a difendere le tigri dai crimini contro natura e a fare in modo che continui a dare il suo importante contributo nel progetto Tx2, ognuno di noi può diventare wildlife protector sul sito wwf.it/wildlifetiger.