“Problema lupo”: come distrarre dai problemi veri del comparto zootecnico.
A parlare di “Allarme lupo”: si unisce Confragricoltura. Secondo l’associazione turismo e allevamento montano, sarebbero minacciate dai lupi ma si tratta di allarmismi notoriamente infondati: il lupo si tiene lontano dall’uomo. I problemi veri e noti sono invece da rilevarsi nelle politiche inadeguate e attività venatoria. La pastorizia piemontese è in ginocchio, come, ad esempio, quella sarda, dove i lupi non ci sono.
I danni addebitati al lupo – spesso, in realtà, cani rinselvatichiti – costano un decimo di quelli causati dagli ungulati. Per gli escursionisti montani, invece, il vero problema è il rischio di imbattersi nelle frequenti battute di caccia.
La chimera della “minaccia lupo” allontanando i turisti, incrina ulteriormente le attività base dell’economia montana.
Bracconaggio allevamento e essere travolti da auto e treni, tengono a freno il numero dei lupi alpini. Circa 70 esemplari di lupo (censimento 2011) nell’arco alpino piemontese e una decina in zona appenninica.
Il WWF, inoltre, ha informato per tempo gli allevatori sul ritorno del lupo sulle Alpi e delle precauzioni necessarie. Gli ungulati, preda comune di lupi e cacciatori, forse tra i veri motivi del riaccendersi degli allarmismi: in realtà i lupi sottrarrebbero prede ai cacciatori. Demonizzare il lupo alpino serve solo a sviare dagli errori nelle politiche di sviluppo e di valorizzazione dei prodotti montani. Il WWF chiede di frenare gli allarmismi: le organizzazioni agricole pretendano, piuttosto, politiche serie e lungimiranti per il territorio alpino.