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A FirenzeBIO per un’agricoltura amica del clima

“DATI, IDEE, BUONE PRATICHE PER UNA PAC AMICA DEL CLIMA” In occasione della marcia globale per il clima #globalstrikeforfuture venerdì 15 marzo alle ore 11.30, durante FIRENZE BIO, nella Sala Arancio del Padiglione Spadolini a Fortezza da Basso, si…

“DATI, IDEE, BUONE PRATICHE PER UNA PAC AMICA DEL CLIMA”

In occasione della marcia globale per il clima #globalstrikeforfuture venerdì 15 marzo alle ore 11.30, durante FIRENZE BIO, nella Sala Arancio del Padiglione Spadolini a Fortezza da Basso, si approfondiranno idee e proposte per una seria e radicale riforma della PAC post 2020 in grado di ridurre il contributo dell’agricoltura e della zootecnia ai cambiamenti climatici.
 
Una PAC basata su un modello agroecologico, che protegge il clima e l’ambiente, di cui l’agricoltura biologica e biodinamica rappresentano gli esempi concreti più avanzati e diffusi a livello globale. Questo il tema al centro del workshop che si terrà venerdì 15 marzo all’interno della manifestazione “FirenzeBIO” organizzato dalle Associazioni della Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura formata da Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fondo Ambiente Italiano, FederBio, Isde Italia Medici per l’Ambiente, Lipu, Legambiente, ProNatura e WWF Italia.
L’incontro cui saranno presenti Alessia Bettini, Assessore Ambiente e igiene pubblica del Comune di Firenze e Alberto Bencistà dell’Associazione Città del Bio è moderato dal giornalista di Valori Corrado Fontana.
Durante il workshop verrà presentato l’Atlante della PAC, strumento ideato per spiegare lo stretto legame tra l’agricoltura e la vita quotidiana di tutti i cittadini, ma anche per sottolineare quanto poco denaro pubblico della Politica Agricola Comune viene oggi realmente destinato a obiettivi di sostenibilità e mitigazione dei cambiamenti climatici. Il bilancio ambientale e sociale della PAC è oggi complessivamente negativo, il modello di agricoltura dominante ha determinato un aumento dei residui di pesticidi negli alimenti, nei suoli e nelle acque, l’alterazione del clima, la perdita di biodiversità negli agroecosistemi, un progressivo abbandono delle aree rurali marginali e una crescente intensificazione nelle aree di pianura, con una conseguente banalizzazione dei paesaggi rurali. A livello globale il rapporto dell’IPCC attribuisce al settore primario il 20% delle emissioni di gas clima alteranti, ecco perché la PAC che entrerà in vigore nel 2020 dovrà essere trasformata in un motore della transizione ecologica dell’agricoltura per promuovere un nuovo paradigma delle produzioni agroalimentari.

La seconda parte dell’incontro sarà invece dedicata alle testimonianze delle buone pratiche di un’agricoltura pulita, equa e solidale in diverse Regioni italiane presentate nella pubblicazione Storie dal territorio. Ventidue racconti, espressione di una straordinaria biodiversità agraria, che indicano il percorso per armonizzare l’agricoltura con la sostenibilità economica, ambientale e sociale. L’approccio produttivo con il quale le imprese generano valore e garantiscono il reddito delle persone dimostra che non è solo opportuno cambiare l’attuale PAC ma è anche possibile attraverso un nuovo modello produttivo basato sull’agroecologia in grado di raggiungere gli obiettivi di contrasto e adattamento al cambiamento climatico, sicurezza e salubrità alimentare, conservazione della biodiversità, per un’economia circolare a basso impatto di emissioni.

Il workshop “Dati, idee, buone pratiche per una PAC amica del clima” è realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo nell’ambito delle attività della Coalizione #CambiamoAgricoltura. L’incontro, gratuito ed aperto a tutti gli interessati, prevede i contributi di: Franco Ferroni,  Responsabile Agricoltura e Biodiversità WWF Italia; Federica Luoni, Area Conservazione Natura LIPU; Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica; Maria Grazia Mammuccini, Ufficio di Presidenza FederBio; Angelo Gentili, Segreteria nazionale Legambiente; Roberto Stucchi Prinetti, Presidente del Biodistretto del Chianti e Claudio Pozzi, Coordinatore della Rete dei semi Rurali.

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