In occasione dell’incontro “Insieme per gli Oceani”, che si è tenuto oggi alla presenza di Isabella Pratesi (Direttore Conservazione WWF Italia), Audun Lem (Deputy-Director, FAO Fisheries and Aquaculture Department), Alex Bellini (esploratore), Sandro Carniel (Oceanografo, Primo Ricercatore presso l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Venezia), Stefano Pogutz (Tenured Faculty Bocconi School of Management), Antonio Di Natale (Esperto di pesca internazionale) e Luciano Pirovano (Sustainable Development Director di Bolton Food), Bolton Food – attraverso il brand Rio Mare – ha annunciato di aver raggiunto, a un anno dalla firma della partnership internazionale con WWF Italia e WWF International, il 52,4% del tonno proveniente da fonti sostenibili, pescato cioè in fishery certificate MSC o interessate da solidi progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects – FIPs).
Un impegno che porterà l’Azienda a rifornirsi entro il 2024 esclusivamente di tonno certificato MSC o proveniente da solidi progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects, o FIPs) e ad incrementare la trasparenza e la tracciabilità lungo la catena di fornitura. La partnership prevede anche il supporto al progetto di conservazione di WWF che coinvolge Tetepare Island, conosciuta come “l’ultima isola selvaggia” dell’arcipelago delle Isole Salomone. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento legale di Tetepare Island e delle acque circostanti l’isola come “Area protetta” all’interno del “National Protected Areas Act” delle Isole Salomone, grazie anche al coinvolgimento della comunità locale.
“Da anni siamo impegnati per la sostenibilità della pesca e la tutela dell’ecosistema marino – dichiara Luciano Pirovano, Sustainable Development Director di Bolton Food – e siamo orgogliosi oggi di poter annunciare l’importante traguardo del 52,4% di tonno proveniente da fonti sostenibili, raggiunto grazie al supporto tecnico del WWF e di tutti i nostri partner strategici.”
La
collaborazione con WWF , che coinvolge i brand
Rio Mare, Palmera e Saupiquet della business unit Bolton Food e tutti i loro approvvigionamenti, prevede diversi ambiti di azione. Il più importante è l’impegno a raggiungere, entro il 2024, il 100% di tonno pescato in filiere di pesca certificate MSC (Marine Stewardship Council) o interessate da solidi progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects – FIPs). L’Azienda ha preso lo stesso impegno anche per tutte le altre specie di pesce di cui si approvvigiona (Salmone, Sgombri e Sardine). Inoltre, attraverso la collaborazione con WWF, Rio Mare si è impegnata a garantire la trasparenza e la tracciabilità lungo tutta la catena di fornitura oltre che a rafforzare la propria Politica sui diritti umani e ad allinearla alle best practice internazionali.
“Gli oceani devono continuare a rappresentare una risorsa imprescindibile di biodiversità e fonte di vita per le generazioni future. L’obiettivo WWF a lungo termine è quello di garantire uno spostamento verso la produzione e il consumo sostenibili nell’intero settore ittico – dichiara Isabella Pratesi, Direttore Conservazione di WWF Italia – lavorando con le aziende per promuovere politiche di approvvigionamento responsabile e sensibilizzando anche i consumatori sull’importanza di scegliere prodotti ittici in modo consapevole. In quest’ottica la partnership internazionale tra Bolton Food e WWF intende condividere le migliori pratiche e ispirare il settore a intraprendere la strada verso la sostenibilità, contribuendo così a una pesca ben gestita e a oceani sani.”
Al centro delle iniziative di sostenibilità di Rio Mare, quindi, vi è la tutela per l’ecosistema marino e la biodiversità che, come si evince dall’ultimo rapporto di FAO sullo Stato della pesca e dell’acquacoltura, è a rischio, rendendo necessario un utilizzo responsabile delle risorse ittiche.
“Invertire il trend negativo degli stock marini attraverso politiche e pratiche di pesca sostenibile e responsabile, non è solamente un obbligo morale, ma un impegno solenne di tutta la comunità globale attraverso l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite(ONU). Anche per questa ragione, collaborazioni come quella di Bolton e del WWF sul tonno sono così importanti con il loro impegno di approvvigionamenti sostenibili e certificati. Afferma Audun Lem Deputy Director Fisheries and Aquaculture Policy and Resources Division Food and Agriculture Organization of the United Nations”
“Gestire in modo sostenibile l’attività di pesca è una sfida continua, sfida che diviene ancora più importante quanto si parla di industrie conserviere alimentari anche per le quantità e la varietà delle fonti di approvvigionamento coinvolte. L’esatta identificazione di ogni passaggio della catena, la sostenibilità connessa all’uso delle risorse e l’eticità globale sono elementi essenziali. Quando a questi si aggiungono processi di economia circolare allora il cerchio si chiude in modo positivo. Le ricadute dei benefici di processo in termini di attività di conservazione attiva, anche in aree remote come le Isole Salomon, sono elementi importanti. Afferma Antonio Di Natale, Esperto di Pesca Internazionale”.
È urgente, quindi, una tutela dei mari di più ampio respiro e la salvaguardia del patrimonio di biodiversità di cui sono ricchi, affinché continuino ad essere una risorsa oggi e nel futuro secondo il punto di vista dell’esploratore Alex Bellini.
“Per tutte le diverse forme che assume in diversi periodi storici, per tutti i motivi degni e indegni che si nascondono dietro di essa – l’esplorazione sembra essere una compulsione umana, persino un’ossessione umana. Amo l’esplorazione perché mi porta a conoscere la doppia faccia della natura – ostile da un lato e fragile dall’altro. Se la conosci, la ami e se la ami la vuoi proteggere”.
Ma che cosa sappiamo degli oceani e del loro stato? Sandro Carniel, Oceanografo presso l’Istituto di Scienze Marine del CNR di Venezia, autore di “Oceani, il futuro scritto nell’acqua” (Hoepli edizioni) sostiene che in realtà si debba parlare di più di quanto preziosi siano.
”Il 70% della superficie del Pianeta è ricoperto di acqua, che per la quasi totalità è contenuta nei nostri oceani. Sebbene la loro importanza non sia ancora sufficientemente percepita e compresa, gli oceani svolgono alcuni “servizi” essenziali. Tra gli altri, producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono almeno il 30% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uomo, contrastando quindi l’aumento dei gas serra nella nostra atmosfera. Grazie alla loro incredibile capacità di trattenere calore, sono alla base della stabilità climatica della Terra, sono uno scrigno di biodiversità e forniscono proteine a circa 2 miliardi di persone. Abbastanza quindi per garantirci il presente e giocare un ruolo fondamentale per il futuro.”
Non solo salvaguardia delle risorse ittiche: la tutela dei mari genera anche un impatto positivo in termini sociali ed economici, come sottolinea Stefano Pogutz, Tenured Faculty Bocconi School of Management:
“Secondo le stime dell’OECD, il valore economico globale della blue economy è oggi pari a 1.300 miliardi di euro. Questo importo è destinato a raddoppiare entro il 2030. In Europa l’economia del mare occupa oltre 5 milioni di persone per un fatturato superiore ai 500 miliardi di euro all’anno. Proteggere l’oceano e i servizi generati dagli ecosistemi marini e costieri è fondamentale per cogliere le opportunità economiche e sociali legate alla sostenibilità”.