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Abbattimento dei Corvidi in Valle d’Aosta. Nessun risultato ma si persevera

Piano di abbattimento dei corvidi in Valle d’Aosta. Si spara a ghiandaia e della cornacchia senza risultati. Dal 2004 è attivo in Valle d’Aosta un piano di controllo numerico della ghiandaia e della cornacchia. Già da 9 anni, fuori…

Piano di abbattimento dei corvidi in Valle d’Aosta. Si spara a ghiandaia e della cornacchia senza risultati.

Dal 2004 è attivo in Valle d’Aosta un piano di controllo numerico della ghiandaia e della cornacchia. Già da 9 anni, fuori dalla stagione venatoria, l’Assessorato  all’Agricoltura autorizzerà le uccisioni di queste specie dal 15 giugno al 15 settembre,  per contrastare “di ingenti danni alla melicultura e ai vigneti […] di forte valenza turistico/ambientale”.

Ma da quello che dicono i dati le uccisioni in questi anni non hanno risolto i problema. Anzi non vi è alcuna relazione tra il numero di esemplari abbattuti e il danno alla produzione. Paradossalmente quando il numero di abbattimenti è cresciuto anche i danni ai meleti sono aumentati. I dati dimostrano che i meleti soggetti a maggiore danno sono quelli limitrofi alle aree incolte e boschive.

Visti i risultati sembrerebbe logico investire in soluzioni alternative come il recupero delle aree abbandonate, la mappatura dei territori idonei o non idonei alla melicoltura. Oppure adottando tecniche moderne di dissuasione come i dissuasori acustici o le reti di protezione.

Con la sua azione la regione Valle d’Aosta illude i melicultori con soluzioni poco efficaci che danneggiano l’immagine di un territorio dove l’ambiente e l’agricoltura sono simbolo distintivo. La soluzione proposta dalla regione invece va in direzione contraria. 
La decisione è stata di continuare ad incentivare gli abbattimenti ed addirittura delibera che nella giurisdizione di Chatillon siano anticipati al 1° marzo. 

Il  WWF e le altre associazioni ambientaliste non possono che  prendere atto che concetti di “eco sostenibilità” non sono considerati importanti in Regione, e che si preferisca adottare una politica agricola che va a danno degli agricoltori, ai quali si prospettano soluzioni del tutto illusorie, e dell’immagine della Regione.

LA STAMPA AOSTA 06/04/2013
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