Il WWF si era battuto per tenerlo in vita fino ad accettarne la donazione dalla proprietaria, la Contessa Colonna, per salvarlo dalle motoseghe che, nell’ottobre 2015, volevano abbatterlo nella convinzione che il pino si stesse inclinando. “Quel robusto pino ha le radici saldamente infisse al suolo – sostenne il WWF – ed è molto difficile che il tronco si abbatta in avanti … anche perché nulla dimostra che l’albero si stia inclinando”
Dopo perizie e controperizie che ne bloccarono l’abbattimento fu deciso di eliminare un vaso pericolante, poggiato sul tronco della pianta (che aveva generato l’equivoco). A giorni si sarebbero dovute eseguire le operazioni di potatura dei rami secchi, già rimandate a causa delle avverse condizioni meteo.
Stavolta, però, a porre la parola fine alla lunga esistenza del grande pino è stata la natura, che si è scatenata, destino avverso, proprio nel sito dove il grosso pino vegetava da quasi 150 anni. Da una prima conta degli anelli di accrescimento della sezione del tronco tagliato risulta che sia vissuto almeno 149 anni.
“La tempesta di vento è stata assolutamente eccezionale e violenta – spiega Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – con raffiche che soffiavano con una potenza inaudita, assieme al grande Pino ha trascinato con sé anche un altro analogo pino secolare posto più in basso ed una spettacolare roverella centenaria, oltre ad alberi di ulivo e fichi posti a monte”
La violenza della tempesta ha causato danni ovunque, si sono abbattuti sulla carreggiata calcinacci, tegole e tabelle pubblicitarie … un marmo di centinaia di chili da una casa storica è piombato giù da un balcone in via G. Amalfi … una pedana in acciaio di una yogurteria alla Ripa di Cassano è volata via. Nella Villa Fondi dei quattro storici pini uno si è spezzato in alto nell’ultima possente branca … e anche diversi grossi pini sulla statale che conduce a Positano non ci sono più.
“In un colpo solo la furia del vento ha distrutto decine di alberi, per fortuna senza causare nessun danno a persone o cose, ma il danno al paesaggio e alla Natura è enorme. Siamo molto rattristati, eravamo felici di poter intitolare una piccola oasi al nostro “Pino Sentinella” della Meta Amalfi. Infine oltre al danno la beffa. Come se non bastasse il dispiacere del crollo dell’albero, nella stessa serata ignoti, armati di motoseghe, porter e furgoni hanno provveduto a trafugare la legna poggiata a terra in attesa di essere periziata e venduta. Dal ricavato il WWF intendeva acquistare un nuovo pino. Ma faremo in modo di far “rinascere” qualcosa dal tronco senza vita del grande pino, magari una scultura, per ricordare il patriarca arboreo che non c’è più e raccontare la sua centenaria storia alle generazioni future”.