Il WWF Italia è presente al Jova Beach Party per sensibilizzare le migliaia di persone che parteciperanno ai concerti e l’opinione pubblica sull’emergenza dell’inquinamento da plastica in natura e per promuovere l’adozione di stili di vita sostenibile. Piccoli gesti che, se adottati da un grande numero di persone, possono davvero fare la differenza riducendo il nostro “peso” sulla natura. La decisione di partecipare all’iniziativa ha due ragioni fondamentali. La prima è la necessità di raggiungere il maggior numero di persone possibile nel più breve tempo possibile. Infatti, quello che comincia a scarseggiare (nel 2050 nei nostri mari rischiamo di avere più plastica che pesce) è proprio il tempo: bisogna quindi agire subito. La seconda è la scelta di legare momenti di gioia e di divertimento (proprio come i concerti di Lorenzo) per promuovere contenuti sulla sostenibilità.
Il Jova Beach Party è una grande occasione per raggiungere un gran numero di cittadini da informare e sensibilizzare sullo stato degli oceani oltre che sui comportamenti che ci permettono di “alleggerire” il peso dei nostri stili di vita sui nostri mari e sulle nostre spiagge.
Donatella Bianchi, presidente WWF Italia, afferma: “Ora o mai più! Il count downper sconfiggere il più subdolo e invasivo nemico del mare è cominciato. La plastica è ovunque oramai, in tutti i mari e oceani del mondo e li sta soffocando. Un’emergenza che appare in tutta la sua drammaticità a chiunque vada per mare, chiunque si fermi in una spiaggia! Le parole chiave del Jova Beach Party sono divertimento e gioia ma anche responsabilità e consapevolezza dei nostri gesti. Perché sono proprio i nostri gesti che possono cambiare il mondo, cominciando dal quotidiano. Siamo sicuri che Lorenzo, i suoi ospiti, i suoi fan e di tutti coloro che vivranno il Jova Beach Party saranno uno straordinario amplificatore nei confronti per orientare consumi, mobilitare istituzioni, imprese e cittadini: Now or Never”.
Per affrontare l’emergenza prodotta dall’inquinamento da plastica il WWF sta agendo in più direzioni: prima di tutto sulle istituzioni per accelerare i tempi dell’adozione della direttiva europea sulla plastica monouso ormai definitivamente approvata, a livello internazionale con una petizione per un accordo globale, con la pulizia delle spiagge attraverso i volontari del Tour Plastic Free, quella dei fondali attraverso la nuova community WWF SUB e attraverso la sensibilizzazione dei cittadini per l’adozione di stili di vita più sostenibili
LA PORTATA DELL’EMERGENZA IN ITALIA
Ogni anno vengono disperse nei mari italiani 53 mila tonnellate di rifiuti plastici. Il 4% viene trasportato dai fiumi, di cui il 3% viene dal Po che, con le sue 1350 tonnellate di rifiuti plastici l’anno trasportate in mare, rappresenta la decima maggiore fonte di inquinamento del Mediterraneo. L’1% (pari a 600 tonnellate l’anno), invece, viene riversato dal Tevere. Il 18% (9.500 ton l’anno) proviene dalla pesca, acquacultura e navigazione. Il 78% (41.400 ton l’anno) dell’inquinamento da plastica proviene dalle attività costiere e dipende dalla gestione inefficace dei rifiuti, da intensi flussi turistici e da attività ricreative. Le città costiere italiane che producono più rifiuti sono Catania, Venezia, Bari, Roma, Palermo e Napoli.
Che fine fanno questi rifiuti? Dopo la dispersione il 65% della plastica rimane sulla superficie per 1 anno e viaggia, spinta da venti e correnti per circa 10 anni. L’80% di questa plastica terminerà il proprio viaggio finendo sulle cose. Il 24% (12.600 ton) della plastica dispersa dall’Italia nel Mediterraneoritorna sulle nostre coste entro 1 anno; a questa si aggiunge un ulteriore 2% che arriva da altri paesi. L’11% della plastica si deposita sui fondali marini che sono quasi impossibili da ripulire. Nel 2017, 28 milioni di turisti hanno visitato le località costiere italiane, il 60% delle presenze registrate nel Paese (pari a 50 milioni). Il turismo costiero genera il 12% del PIL nazionale annuale del turismo, crea 200.000 posti di lavoro nei settori dei trasporti, pernottamenti. L’inquinamento da plastica può compromettere l’afflusso turistico, soprattutto nelle zone marittime: ogni anno a causa della presenza di plastica il settore turistico perde 30 milioni di euro. In generale, La “blue economy” italiana, la terza più grande in Europa, perde circa 67 mln di euro l’anno a causa dell’inquinamento da turismo plastica.
GLI HOT SPOT ITALIANI
Una delle aree costiere maggiormente colpite dall’inquinamento da plastica è proprio quella adriatica da cui parte il Jova Beach Party. Questi le aree maggiormente colpite dall’inquinamento da plastica: DELTA DEL PO E VENEZIA (1.884 tonnellate ogni anno di rifiuti plastici sulle coste; 18,2 chilogrammi al giorno di rifiuti plastici per chilometro). SICILIA (1.409 tonnellate ogni anno di rifiuti plastici sulle coste; 9,6 chilogrammi al giorno di rifiuti plastici per chilometro). CAMPANIA (838 tonnellate ogni anno di rifiuti plastici sulle coste; 12,5 chilogrammi al giorno di rifiuti plastici per chilometro) MARCHE (821 tonnellate ogni anno rifiuti plastici sulle coste; 8,2 chilogrammi al giorno rifiuti plastici per chilometro).
IL WWF SUMMER PLASTIC QUIZ
Proprio per il Jova Beach Party il WWF ha realizzato un questionario che ad ogno tappa sarànproposto dai volontari del Panda ai visitatori del villaggio. Il WWF SUMMER PLASTIC QUIZ si compone di 15 domande (di cui 2 sono introduttive), ha la forma di un gioco con tanto di punteggio finale ha lo scopo di comprendere quanto chi partecipa all’iniziativa sia informato sull’emergenza dell’inquinamento da plastica in natura ed al tempo stesso di trasferire alcune informazioni fondamentali sul livello dell’emergenza. Si può trovare il SUMMER PLASTIC QUIZ che può essere fatto da chiunque anche al di fuori del villaggio a questo indirizzo web.