Nel solco della tradizione, al di la della festa, Slow Fish anche quest’anno ha dato spazio alle iniziative per promuovere la sostenibilità della pesca.
Il pesce è pescato in maniera eccessiva. Solo il 25% degli stock principali di pesce pescato al mondo riescono a sopperire allo sforzo di pesca con la riproduzione. Gli altri sono completamente sfruttati o sovrasfruttati. Ed alcuni hanno già raggiunto il collasso. Con questi livelli di pesca eccessiva, e dato che l’Europa e’ il più grande importatore di pesce al livello globale, l’Italia deve fare la sua parte e consumare pesce in maniera sostenibile.
“Peschiamo tanto da non lasciare il tempo al pesce di riprodursi, urge pescare e consumare in maniera sostenibile”, dice Marco Costantini, responsabile del Programma Mare del WWF Italia.
Il WWF ha intrapreso un ambizioso progetto di educazione al consumo sostenibile di pesce.
Per i prossimi tre anni, in 11 paesi di Europa (Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Romania, Grecia, Bulgaria, Germania, Austria, Slovenia e Croazia) , il WWF lavorerà con i consumatori per fare in modo che facciano le scelte giuste per il pesce e per il mare; lavorerà con i pescatori per fare in modo che peschino in maniera sostenibile, e con le aziende per fare in modo che trasformino, vendano, importino ed esportino pesce sostenibile. Tutti hanno un ruolo da svolgere per risolvere il problema della pesca eccessiva.
Esistono già soluzioni e buone pratiche, come nell’area marina protetta di Torre Guaceto e in Catalunya (Spagna).
A Torre Guaceto i pescatori si sono autoimposti delle regole in accordo con i gestori dell’ Area Marina Protetta. Pescano di meno ma guadagnano di più.
“ Pensiamo che si debba lavorare in ambito locale per risolvere problemi d’importanza globale” afferma Marcello Longo, presidente della Cooperativa dei pescatori di Torre Guaceto.
Nella zona del Maresme, vicino a Barcellona, i pescatori di ciccerello, detto localmente ”sonso”, hanno creato un comitato di co-gestione assieme a ricercatori, ambientalisti, ONG e decisori politici per pescare correttamente una risorsa tradizionale, e minacciata. “Non avrei mai pensato che sarebbe stato possibile riuscire a unire le forze tra tanti interessi diversi. Ma ce l’abbiamo fatta e funziona: peschiamo di meno e guadagniamo di più”, dice Lluis Trias, pescatore da generazioni.
L’organizzazione non profit Marine Stewardship Council (MSC), leader mondiale nel programma di certificazione “pesca sostenibile”, presente in Italia da questo maggio, offre la possibilità ai pescatori, e alle aziende, nonché ai consumatori di consumare prodotti ittici sostenibili.
Ai pescatori pugliesi e catalani afferma che “Vogliamo oceani pieni di vita oggi e domani” ma “Purtroppo, in Italia siamo ancora molto lontani da una situazione di sostenibilità”.
“Prima che sia troppo tardi facciamo in modo che questi esempi virtuosi, non rimangano isolati, e diventino la regola”, ha concluso Marco Costantini .