L’Amazzonia, uno dei più grandi serbatoi di acque dolci del pianeta, con 100.000 km di fiume e corsi d’acqua, festeggia il World Fish Migration Day (Giornata mondiale della migrazione dell’ittiofauna) e il WWF per celebrarla avvia una campagna di ricerca sulle specie di pesci migratrici nel Rio delle Amazzoni.
La grandissima biodiversità di questo bioma si riflette anche nelle acque dolci: sono circa 3.000 le specie di pesci d’acqua dolce presenti, un record assoluto. Tra di esssi, i pirana, le anguille elettriche, i colossali pirarucu, o arapaima gigante (fino a 150 kg. e 3 metri di peso). Alcune di queste specie migrano per migliaia di chilometri attraversando enormi distanze e ambienti incredibili. Fra questi brillano soprattutto alcune specie di pesci gatto, che attraversano quasi tutto il bacino dalla foce alle sorgenti.
I progetti di grandi dighe in tutto il territorio delle Amazzoni (il 90% dell’energia in Brasile proviene dall’idroelettrico) rischia di compromettere l’habitat di molti pesci e di condannare all’estinzione le specie migratrici. Tra queste anche il delfino di fiume, conosciuto come delfino rosa d’acqua dolce. Vero e proprio simbolo del Rio delle Amazzoni, grande nuotatore in grado di risalire i fiumi per migliaia di chilometri per la riproduzione, questo mammifero subisce la frammentazione dei corsi d’acqua che porta all’isolamento delle singole popolazioni e a estinzioni locali.
“Il WWF si batte in Amazzonia perché gli impianti idroelettrici abbiano il più basso impatto possibile, siano realizzati con criteri di sostenibilità e rispettino le caratteristiche ecologiche degli ecosistemi” ha detto Isabella Pratesi, Direttore dei Progetti di conservazione internazionali del WWF. Il problema delle dighe è stato di recente evidenziato anche da Claudio Maretti, Respionsabile Living Amazon Initiative:
“Uno dei cambiamenti più importanti degli ultimi 5 anni – ci ha detto nel corso di una recente visita in Italia, negli uffici del WWF a Roma – è lo sviluppo dell’idroelettrico. Il 90% del potenziale di idroelettrico ancora non sfruttato in Brasile si trova proprio in Amazzonia, ma anche Ecuador, Perù e Bolivia potrebbero beneficiarne. Assistiamo così a un fiorire di dighe e di altri progetti ad alto rischio”