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Alla scoperta del popolo migratore

Ogni anno circa 200 specie di uccelli migrano dall’Eurasia verso l’Africa e viceversa. Gli studi sulle migrazioni nacquero quando l’insegnante danese Mortensen, nel 1890, cominciò a contrassegnare 164 storni e altri uccelli con anelli di metallo alle zampe…

Ogni anno circa 200 specie di uccelli migrano dall’Eurasia verso l’Africa e viceversa. Gli studi sulle migrazioni nacquero quando l’insegnante danese Mortensen, nel 1890, cominciò a contrassegnare 164 storni e altri uccelli con anelli di metallo alle zampe e a ricevere le prime notizie sugli esemplari catturati successivamente in varie località.  Da allora sono stati inanellati in Europa oltre 120 milioni di uccelli.
Le ricatture di uccelli inanellati e , più in generale, le osservazioni degli ornitologi e gli studi sulle migrazioni, confermano il ruolo importante dell’Italia come rotta di migrazione, un vero e proprio “ponte” geografico da e per il continente africano. Da qui la necessità di conservare gli habitat idonei per la sosta dei contingenti  di migratori che transitano sulla nostra penisola, anche attraverso l’istituzione di aree protette .
Di fondamentale importanza risulta l’attività di vigilanza sul rispetto delle norme che vietano ogni forma di caccia durante i periodi migratori, specie quello primaverile , caratterizzato dal ritorno nel nostro continente di soggetti idonei alla riproduzione , il cui abbattimento risulterebbe pertanto fortemente dannoso . In questo senso l’azione di sorveglianza e di repressione messa in campo dalle Guardie  volontarie del WWF assume un significato particolare in quanto finalizzato a proteggere la fauna ornitica nel  momento più delicato della propria esistenza.  Quella del bracconaggio primaverile ai danni dei migratori continua a rappresentare una vera piaga italiana , specie in alcune zone particolari, come le isole e le coste del meridione per quanto riguarda la caccia alle quaglie. I piccoli galliformi, dopo aver volato ininterrottamente dalle coste tunisine, devono fare i conti con le insidie tese dai bracconieri che usano  richiami acustici, vietati dalla legge, ma liberamente in commercio, che attirano i migratori  prima di essere sterminati con il fucile.  Inoltre ancora oggi, specie sul versante calabrese dello Stretto di Messina,  si registrano a primavera abbattimenti illegali di rapaci, primo fra tutti il Falco Pecchiaiolo, noto localmente con il termine di “Adorno” e di moltissime altre specie.
 
Curiosità e migrazioni record
La migrazione in alcuni paesi è diventato un vero e proprio evento nazionale: in Israele vengono organizzati speciali Migration Birdwatcher’s festival per osservare il passaggio in poche settimane di un milione di rapaci e mezzo milione di cicogne bianche. Ma anche in Italia sono sempre più numerosi gli appassionati birdwatcher che ammirano ogni anno lo spettacolo entusiasmante di stormi di uccelli che affrontano i rischi di viaggi lunghissimi per assicurare la continuità della loro specie, così come fanno per istinto da migliaia di anni.
 Una cicogna  è stata seguita con la telemetria dalla Germania orientale fino al Sud-Africa: tra andata e ritorno ha volato per 24.000 km, con un record di 550 km in un solo giorno.
I piccoli migratori a lungo raggio possono volare ogni giorno per 60-75 km, i limicoli più grandi fino a 200 e le rondini per 150 km.
Il record assoluto lo detiene la sterna codalunga (Sterna paradisea) che nidifica nelle regioni artiche e va a svernare in quelle antartiche, compiendo ogni anno 40.000 km, pari alla circonferenza della Terra. Il piccolo culbianco percorre ogni anno 30.000 km per portarsi dalle zone di nidificazione dall’Alaska, fino in Africa. Il superamento del Mediterraneo può essere lungo anche 1.000 km.
(Pino Paolillo)

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