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Arriva il carbone, ma non e’ colpa della Befana

Stanotte la Befana ha portato il carbone ai bambini “cattivi”, ma la verità, purtroppo, è un’altra: i nostri bambini, anche quelli che non fanno marachelle, ricevono tutti e tutto l’anno il carbone, bruciato per produrre energia, e ne…

Stanotte la Befana ha portato il carbone ai bambini “cattivi”, ma la verità, purtroppo, è un’altra: i nostri bambini, anche quelli che non fanno marachelle, ricevono tutti e tutto l’anno il carbone, bruciato per produrre energia, e ne patiscono le conseguenze sulla propria salute e sul proprio futuro con il cambiamento climatico.
Tra tutti i combustibili fossili, il carbone è quello più inquinante: dalla sua combustione viene liberato il 46% delle emissioni globali di CO2. Da solo, è quindi in grado di vanificare qualsiasi sforzo di mitigazione del cambiamento climatico. Numerosissimi studi scientifici hanno inoltre dimostrato come l’inquinamento derivante dalla combustione del carbone sia causa di gravi patologie e disturbi dello sviluppo fisico e mentale umano, particolarmente nei bambini fin dalla fase prenatale. Ripercussioni gravissime che non interessano solo le aree più prossime agli impianti, ma che vanno persino oltre i confini nazionali.
“Fare a meno del carbone in tempi brevissimi si può, in Europa già molti Stati l’hanno programmato, e non si vede perché l’Italia, che è meno dipendente di altri dal carbone per la produzione energetica, non si affretti a mettere in atto le politiche necessarie. Il WWF le ha suggerite in un recentissimo report : Del resto, per la prima volta si assiste a un calo del consumo di carbone a livello globale (-2,7% nel 2015), nonostante l’aumento esponenziale della domanda di energia in Asia: una tendenza che, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia continuerà”, sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.  
Il WWF chiede da anni la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025 e l’adozione di una seria strategia a favore dell’energia rinnovabile che porti a uscire da tutti i combustibili fossili.  Una transizione giusta, che tuteli l’ambiente e la salute delle persone, senza tralasciare la fondamentale questione occupazionale.
I segnali nella giusta direzione non mancano, ma a oggi dai Governi si sono avute solo promesse, e pochi fatti concreti.

Le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone sono del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.
Attualmente in Italia sono in funzione 11 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per tecnologia impiegata. Questi impianti nel 2015 hanno fornito il 13,2% del consumo interno lordo di energia elettrica con circa 43.201 GWh. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, gli impianti a carbone hanno prodotto quasi 39 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a ben oltre il 40% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.
L’Italia nel 2015, con una potenza installata di 116.955 MW, a fronte di una punta massima assoluta della domanda di 60.491 MW, continua ad avere una sovra capacità di produzione di energia elettrica tale da costringere le centrali (specie quelle meno inquinanti e più efficienti) a funzionare a scartamento ridotto.

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