Il lupo fatto trovare in piazza nel paesino di Semproniano, nella alta maremma toscana, è solo l’ultimo atto di bracconaggio registrato in ordine temporale in una guerra senza quartiere che va avanti dall’Aspromonte alle Alpi con tagliole, veleni e armi da fuoco, denuncia il WWF.
Le ricerche promosse in questi ultimi anni parlano di un 15-20% della popolazione stimata ogni anno vittima del bracconaggio e se consideriamo una popolazione prossima ai 1000 esemplari in tutta Italia si tratta di un circa 150/200 lupi che potenzialmente ogni anno vengono illegalmente uccisi. Animali condannati dalla mancanza di una puntuale e coordinata strategia di gestione che possa valorizzare dati e conoscenza scientifiche e consenta di promuovere quella politica di prevenzione per minimizzare i conflitti con le attività umane.
Nei soli primi 40 giorni del 2014 in Maremma sono stati recuperati ben 10 esemplari uccisi da bracconieri, lupi o ibridi la questione non cambia, animali esibiti nelle piazze di alcuni paesi o appositamente fatti ritrovare alle istituzioni. Secondo il WWF queste azioni dimostrano la necessità di una azione delle istituzioni forte e decisa e a cui bisogna accompagnare una azione culturale diffusa, che apra il dialogo, che faccia comprendere come prima di tutto la convivenza con il lupo deve essere ricercata da tutta la comunità, non dalle sole istituzioni.
In un contesto già così difficile il WWF non può che dirsi sbigottito e fortemente amareggiato da quanto è avvenuto ieri ad Ozzano dell’Emilia, davanti alla sede dell’ex INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) oggi parte dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dove un gruppo di cacciatori hanno manifestato contro il più importante istituto di ricerca scientifica e ambientale a supporto del Ministero dell’Ambiente. E’ inaccettabile che si cerchi di mettere un bavaglio alla ricerca scientifica, cercando di mortificarla ed intimorirla con simili manifestazioni che nulla hanno a che vedere con processi democratici e con un responsabile impegno alla comune gestione del territorio e dei nostri ambienti, di cui spesso le associazioni venatorie italiane dicono di essere le prime promotrici.
Molto spesso gli stessi calendari venatori disattendono in larga parte le indicazioni dell’Istituto, dando la precedenza a scelte politiche a sane e responsabili scelte gestionali basate sui dati scientifici.
Simili atteggiamenti e manifestazioni, denuncia il WWF, non fanno altro che creare malumori e possono indirettamente legittimare i reati di bracconaggio, anche ai danni di una specie particolarmente protetta come il lupo, giungendo impunemente e irresponsabilmente ad esporre la triste carcassa di un ennesimo lupo nella Piazza del piccolo Comune di Semproniano.
Il WWF forte della sua lunga esperienza nella conservazione ha sintetizzato le cinque azioni strategiche per salvare il lupo. Allevamenti: adozione capillare di strumenti anti-predazione; Politica unitaria per gli indennizzi; Monitoraggio e registrazione dei danni; Gestione del randagismo; Allontanamento intrusi.