La savana più ricca del mondo sta bruciando. In Brasile, le aree del Cerrado devastate dagli incendi sono aumentate del 221% ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, stando ai dati diffusi da MapBiomas, la piattaforma lanciata nel 2015 in collaborazione con Google per monitorare la deforestazione nel gigante sudamericano. Il mese scorso, il bioma ha registrato la distruzione di 1.239.324 ettari (più del doppio della superficie del Distretto Federale di Brasilia) rispetto ai 386.404 ettari di agosto 2023. Un problema globale considerato che il Cerrado è il secondo bioma più grande del Brasile dopo l’Amazzonia. Oltre ai danni per la biodiversità ci sono anche quelli per il clima: questi incendi hanno emesso in atmosfera tra il 2023 e luglio 2024 (18 mesi) oltre 100 tonellate di CO2.
Un anno di record negativi
Il 2024 rischia di essere un anno di tristi record per il Cerrado. Nella savana, tra il 1° gennaio e il 23 giugno, sono stati rilevati 12.097 focolai di incendio, con un aumento del 32% rispetto allo stesso periodo del 2023. Si tratta del numero più alto nella serie storica iniziata nel 1998. Gli ultimi dati di agosto non lasciano presagire nulla di buono per settembre e ottobre, considerati normalmente i mesi con più incendi.
Anche l’Amazzonia brucia
L’emergenza incendi riguarda anche l’Amazzonia. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto brasiliano di Ricerche Spaziali, dall’inizio del 2024 si sono registrati oltre 53mila roghi, per un totale di oltre 4 milioni di ettari, in pratica come se fosse bruciata l’intera Svizzera. Vista la gravità della situazione, un giudice della Corte Suprema brasiliana ha ordinato al governo brasiliano di mobilitare un “contingente maggiore” di forze militari per combattere gli incendi.
Il momento di intervenire
Secondo gli esperti, alla base dell’aumento degli incendi ci sono, in maniera diretta o indiretta, attività umane. A causare i roghi sarebbero infatti la deforestazione e gli effetti del cambiamento climatico, causato, lo ricordiamo, dall’inquinamento generato dall’uomo. Intervenire per mitigare gli effetti delle azioni umane sull’ambiente è urgente anche per salvare aree, come il Cerrado e l’Amazzonia, preziosissime per la biodiversità e per la quantità di ossigeno rilasciata nell’aria.
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