Le associazioni Enpa, Lac, Lav Lipu, WWF Italia esultano: accolte pienamente le nostre ragioni, a favore della natura e contro la politica filovenatoria veneta. Ora la Regione si adegui immediatamente e volti pagina.
L’ordinanza del Tar conferma la necessità di garantire una piena protezione delle specie minacciate, che non andrebbero mai cacciate e tantomeno in assenza di piani di gestione nazionali operativi ed efficaci.
E’ il caso del moriglione e della pavoncella, due specie classificate come Spec 1, cioè minacciate a livello globale, che la regione Veneto aveva comunque inserito nel calendario venatorio nonostante le recenti pronunce della giustizia amministrativa e, appunto, nonostante il loro grave stato di salute.
Benissimo dunque il Tar, che ha vietato la caccia a queste due specie ribadendo in sostanza la priorità della conservazione della biodiversità sul prelievo venatorio. Un principio che la Regione Veneto fatica a comprendere, con calendari venatori e provvedimenti che puntualmente strizzano l’occhio al mondo venatorio a discapito della tutela della natura. La nuova ordinanza del Tar e la precedente ordinanza sulle preaperture, dimostrano chiaramente che la gestione della caccia in Veneto è un errore dopo l’altro.
Ora la Regione provveda a comunicare a tutti i cacciatori che moriglione e pavoncella non si cacciano. “Con questa nuova ordinanza il TAR del Veneto censura per ben due volte nel giro di pochi giorni il calendario venatorio deliberato dalla precedente Giunta Regionale – dichiarano le associazioni- ora confidiamo che la nuova giunta, uscita dalle recenti elezioni, si dimostri più rispettosa degli animali selvatici e delle leggi nazionali e internazionali poste a loro tutela, dando così un chiaro segnale di discontinuità rispetto ai tanti favori elargiti negli scorsi anni al mondo venatorio”.