Aperte due procedure europee
Tentativi ripetuti di stravolgere la normativa sulla caccia, a tutto vantaggio dei cacciatori di frodo e dei bracconieri e in spregio alla Costituzione, all’Europa e ai cittadini (la fauna è bene indisponibile dello Stato, non una merce di scambio a disposizione di un manipolo di fucilatori e dei loro politici di riferimento). Il bracconaggio non accenna a diminuire (i dati giunti ai CRAS WWF lo testimoniano). Il 31 gennaio si chiude la caccia ma, nonostante le storiche modifiche costituzionali del febbraio 2022, Governo e Parlamento sembrano vivere su un altro pianeta. Mentre l’Europa chiede maggiori controlli e sanzioni efficaci, la politica è impegnata da mesi a eliminare ogni misura di tutela degli animali selvatici: dopo avere depotenziato ISPRA, affidando il ruolo di esprimere pareri scientifici ad un organo politico, ed avere modificato il codice del processo amministrativo per impedire ai giudici di sospendere la caccia anche nei casi più urgenti, ora è pronta a fare approvare una proposta di legge che apre alla caccia 7 giorni su 7 ed elimina le più importanti sanzioni contro i bracconieri.
Pericolo per la sicurezza pubblica
La caccia continua a rappresentare un pericolo per la sicurezza pubblica. Anche nella stagione che sta per concludersi, sono decine le persone rimaste ferite o decedute a causa degli spari, da ultimo un uomo, ucciso in Sardegna da un compagno di caccia che lo ha scambiato per un cinghiale. Le battute di caccia al cinghiale hanno il primato in termini di vittime, perché, oltre ad essere dannose per l’ambiente e inutili per contenere il numero di cinghiali, sono pericolosissime.
Non sono mancati poi i feriti tra i non cacciatori, come la bambina di 3 anni ferita al volto vicino Arezzo, il giovane agricoltore ferito al volto, al torace e alla spalla, dai pallini esplosi da un fucile da caccia in Abruzzo e il ciclista ferito da una fucilata vicino Alessandria.
Contro i dettami costituzionali
Per il WWF le modifiche recentemente apportate da Governo e Parlamento alla legge che tutela la fauna selvatica sono fondate su un approccio contrario ai dettami costituzionali. La caccia può essere esercitata solo fino a quando non compromette la tutela delle specie animali e non viceversa. Eliminare le deboli sanzioni esistenti non vuol dire difendere i cacciatori ma solo stimolare i criminali come bracconieri e trafficanti, a violare la legge nella consapevolezza di non rischiare nulla.
Quasi 600 animali vittime della caccia al CRAS WWF di Valpredina
In questo contesto non stupisce la recrudescenza dell’illegalità venatoria. Nel CRAS WWF di Valpredina, nelle prealpi bergamasche, sono giunti tra settembre e dicembre 2023 quasi 600 animali riconducibili all’attività venatoria, tra i circa 500 piccoli uccelli utilizzati come richiami vivi (sequestrati per irregolarità o maltrattamenti) e gli animali feriti da bracconaggio o caccia illegale. Molte le specie protette e non cacciabili, come i rapaci. Nella sola provincia di Brescia, nell’anno 2023 le Guardie giurate volontarie del WWF hanno trasmesso alle autorità competenti ben 73 violazioni penali. 45 i sequestri messi in atto, 38 penali e 7 amministrativi e 55 le violazioni amministrative elevate, per un totale di oltre 12 mila euro che verranno incassati dalle amministrazioni locali.