Nei giorni scorsi le campagne della piana lametina hanno fatto registrare un gravissimo episodio di bracconaggio ai danni di una specie protetta: un airone cenerino, trampoliere la cui apertura alare può arrivare a 190 cm., è stato colpito dai pallini di piombo esplosi da un fucile da caccia nel territorio di San Pietro lametino (Cz).
La sua fortuna, dopo la rovinosa caduta che gli ha procurato la frattura di una zampa, è stata quella di essere avvistato da tre ragazzi: Paolo De Vito, Gino Guzzi e Giovanni Pagano, che si sono subito prodigati per recuperarlo e affidarlo nel più breve tempo possibile alle cure di un centro specializzato. L’operazione di soccorso ha così coinvolto Milena Provenzano, biologa del Gruppo di Ricerche Naturalistiche “Ge.Co” di Lamezia Terme, e il WWF Calabria che, a sua volta, ha mobilitato il Nucleo di Guardie Venatorie del WWF per la Provincia di Catanzaro (guarda sotto la video-intervista con Valentina Mazza)
Grazie ad una staffetta, l’airone è stato trasportato al Centro Recupero Animali Selvatici del capoluogo, dove la responsabile sanitaria, Debora Giordano, ha provveduto a operare l’arto fratturato, dopo aver riscontrato radiograficamente la presenza di pallini da caccia nel corpo del volatile.
Il WWF ricorda che questo è il secondo airone ferito che viene recuperato nel giro di una decina di giorni, e punta il dito contro la vergognosa carenza (per non dire la quasi totale assenza) di vigilanza nel settore venatorio in tutta la regione, specie in seguito allo smantellamento delle polizie provinciali e in considerazione della vastità dei territori da controllare. Da qui un appello a tutte le Forze dell’Ordine a dedicare una maggiore attenzione alla tutela della fauna selvatica, che costituisce patrimonio indisponibile dello Stato, così come sancito dal primo articolo della legge n.157 del 1992, al fine di arginare una pericolosa anarchia venatoria in cui si finisce con lo sparare a tutto e dovunque.