Oltre 700 trappole per la cattura illegale di uccelli migratori e 291 lacci per ungulati rimossi in una sola settimana. Un cinghiale liberato dai micidiali lacci da cui cercava senza successo di liberarsi. Numerosi sentieri attrezzati con trappole e lacci smantellati e resi inoffensivi. E’ stato un successo il nuovo campo antibracconaggio organizzato a fine febbraio nel cagliaritano, in zona Gutturu Mannu, dalla Lipu-BirdLife Italia in collaborazione con l’ Oasi WWF di Monte Arcosu. L’azione ha interessato il territorio confinante l’Oasi, dove il bracconaggio ha ripreso forza.
300mila uccelli, secondo le stime della Lipu, tra capinere, occhiocotti, fringuelli, pettirossi e tordi, finiscono ogni anno vittime nel basso Sulcis di spietati bracconieri che li massacrano interrompendone il viaggio migratorio verso i luoghi di riproduzione. Le trappole però uccidono in modo indiscriminato anche mammiferi come cervi (proprio nell’area, vive la popolazione più importante di cervo sardo) cinghiali, cani e gatti selvatici, colpendo inoltre rapaci notturni e diurni. Il nuovo campo, concluso lo scorso 28 febbraio, che ha visto la presenza soprattutto di volontari dalla Sardegna, si è svolto nell’ambito del progetto Life+ Save Haven for wild birds, che ha l’obiettivo di combattere il bracconaggio in tre aree europee “calde”: quella del Sulcis, in Sardegna, e altre due in Spagna e Grecia.
“Abbiamo effettuato un ottimo lavoro considerato il breve periodo di tempo in cui siamo stati impegnati – ha detto la coordinatrice del campo, Gigliola Magliocco -: quasi 1.000 trappole e numerosi sentieri smantellati. E grazie alla collaborazione con la Riserva WWF di Monte Arcosu siamo riusciti a perlustrare zone difficilmente raggiungibili con i nostri mezzi”.